Bergamo: Pronto Soccorso a pagamento, 149 euro e si azzera l’attesa

Il Policlinico San Marco di Zingonia ha avviato, in via sperimentale, un servizio che sta già facendo molto parlare, dividendo la popolazione. Si tratta del Pronto Soccorso a pagamento. Una cifra base di 149 euro ai quali andranno aggiunti i costi degli esami di I° e II° livello, per “saltare la lista d’attesa” ed essere visitati per “primi”.

Il Gruppo San Donato ha spiegato che si tratta di un servizio sperimentale, attivo da lunedì a venerdì che garantisce l’accesso diretto a chi si reca in ospedale per piccole emergenze: medicazioni, traumi minori, distorsioni e tutti quei casi a cui un triage pubblico assegnerebbe codici minori (ovviamente, sottolineiamo) , con conseguenti attese di ore.

Questa rappresenta la risposta del settore privato alle difficoltà che si incontrano quotidianamente nel pubblico, specie per la medicina di base e il sovraffollamento dei Pronto Soccorso. Le polemiche non sono mancate e, tra queste, si sono fatte da subito sentire le sigle sindacali che hanno accusato il Gruppo San Donato di lucrare sulla salute dei cittadini e sull’affidabilità dei servizi pubblici. L’accento è stato poi posto anche sul fatto che, in questo modo, si potrebbero creare delle vere e proprie disparità: cittadini di serie A e cittadini di Serie B. I primi disposti a pagare per sfruttare i servizi del Pronto Soccorso grazie alla loro disponibilità economica, i secondi “costretti” ad attendere ore.

Ma il nocciolo della situazione è ben diverso. Secondo la redazione di Infermieritalia ci vorrebbe una vera e propria riforma, in grado di riformare i servizi a partire da quello territoriale per arrivare ai Pronto Soccorso, anno dopo anno, sempre più sommersi dal peso e dal carico di lavoro che debbono affrontare.

La sperimentazione del Policlinico San Marco di Zingonia non rappresenta il primo esempio di struttura privata che si apre a servizi di pronto soccorso. Qualche mese fa era stata avviata la stessa sperimentazione al Galeazzi Sant’Ambrogio e al Policlinico San Donato a Milano, e al S. Anna di Brescia. Non saranno gli ultimi in quanto anche diverse strutture di altre regioni, tra cui Piemonte e Veneto, si sono detti interessati a tale “privatizzazione”.