OSS somministra terapia orale al paziente sbagliato: la colpa è dell’Infermiere?

Un infermiere è stato accusato dal proprio datore di lavoro per non aver vigilato sulla somministrazione di una terapia orale che era stata affidata all’OSS in servizio il quale avrebbe somministrato la stessa ad un paziente diverso da quello che avrebbe dovuto riceverla.

E non solo, la direzione aziendale l’ha accusato anche di aver permesso all’OSS di somministrare la terapia al suo posto, non prevedendo l’errore e, soprattutto, di aver causato un danno d’immagine all’Azienda stessa a causa delle successive lamentele dei parenti.

Come riportato dall’Associazione Avvocatura degli Infermieri, la colpa sarebbe dell’OSS. Vediamo il perché.

L’O.S.S. non è responsabile della terapia nel senso che non deve prepararla, ma quando l’O.S.S. porta la terapia al paziente sbagliato allora se ne assume tutta la responsabilità, in pieno, perché l’errore non cade sulla terapia ovvero sulla scelta del farmaco e sulla preparazione degli stessi (farmaco giusto, dose giusta, modalità di somministrazione giusta, assenza di scadenza, ecc.), ma sulla destinazione della terapia ovvero sull’individuazione del giusto paziente, in quanto l’O.S.S. aveva preso la terapia sbagliata, credendo che fosse quella giusta, e l’ha portata al paziente sbagliato, credendo che fosse quello giusto.

L’errore, quindi, può cadere sull’identificazione del paziente sbagliato (con la terapia giusta) oppure sui medicinali sbagliati (con il paziente giusto). In questi casi, l’errore definito aberratio causae, non è imputabile all’infermiere, il quale ruolo è limitato alla preparazione della giusta terapia e, se lui stesso l’ha somministra, agli errori aberranti – Cass. IV Pen., 10 aprile 2013 n. 529.

L’assegnazione della terapia all’O.S.S. è comunque lecita perché la legge stabilisce che sia l’infermiere a prepararla, ma l’O.S.S. di aiutare la paziente ad assumerla, così come prevede l’all. A dell’Accordo Conferenza Stato-Regioni 22 settembre 2001: “Su indicazione del Personale preposto è in grado di aiutare per la corretta assunzione dei farmaci prescritti …”.

AADI

L’unica colpa dell’Infermiere potrebbe essere quella in vigilando allorché lo stesso non avrebbe vigilato sulla somministrazione della terapia. Un ruolo fondamentale è stato svolto dalla segnalazione dell’Infermiere al medico di guardia circa l’errata somministrazione della terapia, andando ad attenuare le responsabilità del collega in quanto lo stesso avrebbe garantito un senso di protezione del paziente, specie in caso di reazioni avverse.

L’infermiere è stato soltanto richiamato e non ha avuto nessun tipo di denuncia.