Un’overdose da farmaci nel bagno dell’Ospedale in cui prestava servizio, il San Donato di Arezzo, e la corsa per salvare l’infermiere 50enne che, fortunatamente, non ha avuto danni importanti. Lo stesso fu poi indagato per i reati di peculato e per la sparizione di alcune dosi del medicinale che aveva utilizzato in quell’occasione, e processato per l’overdose ma, la PM Emanuela Greco, ne aveva disposto l’assoluzione in quanto il fatto non sussisteva.
Il fatto si verificò nel 2019 quando, nell’Unità Operativa in cui prestava servizio, scomparvero delle scatole di un farmaco a base di oppiacei, il Fentanest, in dotazione all’UO di Sala Operatoria. La scomparsa di fiale di Fentanest si verificò per 5 volte nell’arco di 2 settimane, tanto che fu avviata un’indagine interna, con esiti negativi.
Nel corso dell’estate l’infermiere venne trovato in overdose nel bagno dell’UO. La direzione avviò un’altra indagine interna. Quando il collega si riprese raccontò che quella mattina aveva problemi allo stomaco e, pertanto, avrebbe voluto assumere un farmaco antiemetico a base di droperidolo. Fù proprio in quell’occasione, come dichiarato dall’infermiere in aula di tribunale, che avrebbe scambiato per errore la fiala di antiemetico con quella di Fentanest. A scagionarlo poi sarebbero stati anche i test antidroga ai quali l’infermiere si è sottoposto volontariamente.
E’ notizia di questi giorni che il collega rischierebbe un altro processo, in appello, a causa del ricorso presentato dalla pubblica accusa, guidata dalla PM Laura Taddei.