I social network vengono ampiamente utilizzati sia dai professionisti sanitari sia dai cittadini per accedere alle informazioni sanitarie e per cercare supporto. La letteratura internazionale sostiene l’utilizzo dei social per la condivisione della conoscenza in ambito clinico-assistenziale, per migliorare la salute pubblica, facilitare il cambiamento dei comportamenti sanitari e favorire la comunicazione tra i professionisti.
Lo studio è stato pubblicato sul quotidiano gestito dalla FNOPI, l’Infermiere Online, di cui vi riportiamo di seguito i punti salienti.
Social network (SN) significa letteralmente “rete sociale”, con definizioni diverse su almeno due livelli: uno, di carattere ontologico, per definire l’essenza di una rete sociale e l’altro, di tipo operativo, per identificare servizi online (Boyd & Ellison, 2007). In generale, i SN sono un insieme di relazioni attorno a un individuo e i siti di SN sono servizi basati sul Web che consentono alle persone di costruire un profilo e una rete di connessioni con altri utenti del sistema (Boyd & Ellison, 2007). I SN forniscono diverse piattaforme per condividere i propri contenuti, reagire o aggiungere commenti al contenuto pubblicato da altri utenti; inoltre aiutano gli estranei a connettersi in base a interessi, attività, identità o professioni comuni.
Potenzialmente i SN offrono il vantaggio della libera condivisione delle informazioni da parte degli infermieri, offrendo la possibilità di scambiarsi opinioni e impressioni in tempo reale (Geraghty, Hari & Oliver, 2021). Spesso essi sono anche utili sia dal punto di vista lavorativo per pubblicizzare la propria attività, come ad esempio un ambulatorio infermieristico, sia come “sensibilizzatori sociali” su determinate tematiche di interesse dei cittadini e dei professionisti. Un fattore da tenere in considerazione, e che viene molto spesso sottovalutato, è che i SN sono un mezzo di comunicazione economico e alla portata di tutti (Pichierri & Guido, 2017). Per contro alcuni degli svantaggi dell’era digitale per i professionisti sanitari sono i potenziali rischi di violazione della privacy, la diffamazione e la presenza di informazioni false o difficilmente verificabili (Geraghty, Hari & Oliver, 2021; Daigle, 2020).
La disponibilità e le preferenze dei SN variano a seconda dei Paesi. A livello globale, il social network più popolare è Facebook, YouTube è il secondo più utilizzato attivamente e il terzo è WhatsApp (Kanchan & Gaidhane, 2023). In Italia, invece, il più utilizzato è YouTube (88% della popolazione), seguito da Facebook (80%), Instagram (64%), Twitter (34%) e LinkedIn (31%) (We are social, 2020).
Nella comunicazione e nella ricerca sulla salute, i SN vengono ampiamente utilizzati, fornendo piattaforme, sia ai professionisti sanitari sia ai cittadini, per accedere alle informazioni di sanità pubblica e per cercare supporto (Capurro et al., 2014; Chan & Leung, 2018). Da una revisione della letteratura condotta da Laranjo et al., emerge che i SN sono utili per la condivisione della conoscenza in ambito clinico-assistenziale, al fine di migliorare la salute pubblica, facilitando il cambiamento dei comportamenti sanitari (Laranjo et al., 2015). Inoltre, i SN favoriscono la comunicazione e le interazioni tra i professionisti sanitari nella pratica clinica, le reti professionali, l’istruzione e la formazione, nonostante vi siano alcune limitazioni per una diffusione capillare (Chan & Leung, 2018).
La Federazione Nazionale degli Ordini delle Professioni Infermieristiche (FNOPI) ha strutturato un documento, aggiornato nel 2018, con il quale fornisce raccomandazioni per gestire in modo appropriato e trasparente l’uso dei SN da parte dei professionisti (FNOPI, 2018). Sulla base delle nostre conoscenze, ad oggi, non esistono studi che abbiano cercato di esplorare l’utilizzo dei SN da parte degli infermieri italiani.
OBIETTIVI
Descrivere i social network utilizzati dagli infermieri per scopi professionali.
MATERIALI E METODI
Disegno dello studio, popolazione e setting
È stato condotto uno studio osservazionale descrittivo seguendo “The Strengthening the Reporting of Observational Studies in Epidemiology (STROBE) Statement: Guidelines for Reporting Observational Studies” (von Elm et al., 2007).
La popolazione è rappresentata dal totale dei professionisti presenti in Italia, individuati tra gli iscritti di tutti gli Ordini delle Professioni Infermieristiche (OPI). Sono stati inclusi tutti i professionisti disponibili a partecipare allo studio volontariamente e che possedevano una connessione internet.
Campionamento
Il campione dello studio è stato calcolato a partire dal numero di professionisti presenti in Italia (N= 460,000) (ISTAT, 2015). Dal momento che non si conosce il comportamento della popolazione in merito all’uso dei Social Network, per avere una ragionevole accuratezza dei risultati, è stata utilizzata la formula di Slovin per stabilire la numerosità campionaria minima, fissando un margine di errore al 5%. Dati questi parametri, attraverso l’utilizzo del software Epi Info™, è stata calcolata la numerosità campionaria minima di 384 rispondenti.
Procedura e strumenti di raccolta dati
Sulla base della letteratura di riferimento, in cui non emergono strumenti di raccolta dati specifici rispetto all’obiettivo, è stato sviluppato ex novo, attraverso la piattaforma Google Form, un questionario online composto da una scheda elaborata ad hoc per la raccolta dei dati socio-demografici, per le informazioni sulla formazione professionale e la condizione lavorativa, oltre a ventitré domande riguardanti specificamente l’uso per scopi professionali dei SN.
Si precisa che per “scopo professionale” si intende l’uso dei SN al fine di coltivare contatti a livello lavorativo, condividere esperienze ed essere visibile, ovvero esibire la propria esperienza formativa e professionale, oltre che avere informazioni e aggiornamenti inerenti alla professione infermieristica, alla pratica clinica e a livello politico-professionale (Mathwick, 2002; Rolls et al., 2016).
Il questionario è stato suddiviso in tre sezioni. Nella prima si è chiesto ai partecipanti la frequenza di utilizzo di Facebook, Instagram e LinkedIn attraverso una scala likert a 7 punti (1 = mai; 7 = più volte al giorno); nella seconda sezione si è chiesto di esprimere il grado di accordo o disaccordo alle motivazioni per cui si utilizzano i SN, attraverso una scala likert a 7 punti (1 = fortemente in disaccordo; 7 = completamente d’accordo); infine, nell’ultima sezione si è chiesto di indicare il grado di accordo o disaccordo rispetto ai fattori che possono risultare ostacolanti per l’utilizzo di social a livello professionale, attraverso una scala likert a 7 punti (1 = per nulla; 7 = moltissimo).
Per concludere, si è chiesto ai professionisti una loro opinione personale riguardo al social più affidabile nella ricerca di informazioni scientifiche e, in particolare, se si utilizza Facebook per fini professionali e su quale spazio offerto da questo social ci si documenti maggiormente (pagine, gruppi, profili privati).
Si è scelto di non analizzare l’uso professionale di YouTube in quanto vengono proposti solo contenuti audio/video con modalità di interazione ridotta rispetto a quelle offerte dagli altri SN presi in analisi. Il questionario è stato reso disponibile su tutti i dispositivi elettronici (computer, tablet o smartphone) ed è stato diffuso online tramite link attraverso pagine, account e gruppi italiani individuati grazie alla parola chiave o hashtag “infermiere”, “infermieri” e “nurse”.
È stato effettuato un test pilota per verificare la comprensibilità e la fattibilità del questionario, inviandolo a due Dottori di Ricerca (PhD) in Scienze Infermieristiche e Sanità Pubblica; un infermiere studente del II anno del corso di Laurea Magistrale in Scienze Infermieristiche e Ostetriche; un coordinatore infermieristico (in possesso del relativo master di I livello); e un Search Engine Optimization (SEO) e Social Media Specialist di un’azienda leader nei settori Strategy & Consulting, Interactive, Technology and Operations in Italia.
In base ai risultati del test pilota non sono state apportate modifiche al questionario. I dati sono stati raccolti tra febbraio e marzo 2021, condividendo il link del questionario ai professionisti tramite WhatsApp, Telegram, pagine Facebook infermieristiche, account Instagram e tramite e-mail a tutti gli OPI d’Italia.
Analisi dei dati
Le variabili continue sono state espresse come media e deviazione standard (DS) per le variabili parametriche, come mediana e range interquartile per le variabili non parametriche. La normalità delle variabili è stata misurata con il test di Shapiro-Wilk. Le variabili qualitative sono state riportate come frequenza e percentuale.
Per valutare l’associazione tra due variabili qualitative è stato utilizzato il test del Chi quadrato e per una migliore interpretazione del dato è stato utilizzato l’indice V di Cramer. L’indice V di Cramer è stato considerato come “debole associazione” per i valori fino a 0.29, come “buona associazione” per i valori compresi tra 0.3 e 0.59, e come forte associazione per i valori superiori a 0.6.
Per valutare la correlazione lineare tra due variabili espresse in scala Likert è stato utilizzato l’indice di correlazione di Spearman. Valori fino a 0.19 sono stati considerati indicativi di debole correlazione, tra 0.2 e 0.39 di discreta correlazione, tra 0.4 e 0.59 come buona correlazione, tra 0.6 e 0.89 come forte correlazione e come perfetta correlazione con valori superiori a 0.9 (Rossi, 2012).
Per tutte le analisi statistiche è stato utilizzato il software Statistical Package Social Science (IBM SPSS Statistics for Windows, Version 24.0; IBM Corp., Armonk, New York, USA
Considerazioni etiche
Lo studio è stato condotto nel rispetto delle attuali norme sulla privacy (GDPR n. 2016/679), con particolare attenzione nell’evitare ogni forma di possibile danno all’immagine professionale. Tutti i partecipanti sono stati informati dello scopo dello studio attraverso una lettera di presentazione allegata al questionario e hanno fornito consenso implicito e volontario alla partecipazione, compilando lo stesso. I dati sono stati raccolti in modo anonimo e in forma aggregata.
RISULTATI
Alla raccolta dati hanno risposto 1005 professionisti, tra infermieri e infermieri pediatrici, iscritti ai diversi OPI in tutta Italia.
Informazioni sociodemografiche e lavorative
La maggior parte dei partecipanti sono donne (72.2%), con età media di 37.2 anni (DS ±10.8 anni), in possesso della Laurea in Infermieristica (77.1%), appartenenti agli Ordini Professionali del Nord Italia (46.9%) e dipendenti nel settore pubblico (65.3%).
Tra questi quasi la metà (46.9%) lavora nell’area di specialità Medica o Critica (Intensiva ed Emergenza). In particolare, rispetto alle aree di specialità, il campione è così distribuito:
- Il 59.9% lavora in area Critica, Medica o Chirurgica;
- Il 21.2% in area Neonatale/Pediatrica, Palliativa o di Salute Mentale;
- Il 18.9% in Dirigenza o Coordinamento, Formazione/Ricerca o “Altro”.
La metà dei rispondenti dichiara di lavorare da almeno 10 anni. I professionisti in possesso di un titolo post-base sono il 44.1% del campione, tra questi: il 31% ha dichiarato di aver conseguito un master I e/o II livello; il 12.7% la Laurea Magistrale e lo 0.4% il Dottorato di Ricerca (PhD).
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