Un vero e proprio caos quello che si sta verificando all’interno dell’ASL 1 Abruzzo, relativamente alla gestione dei buoni pasto, con i dipendenti che sono in rivolta e ormai stufi del perpetrarsi della situazione. Infatti, da Gennaio 2023, sembrerebbe che non vengano più erogati i buoni a tutti coloro ne avrebbero diritto, senza invio di alcuna comunicazione a riguardo.
Le sigle sindacali FIALS, Nursind e FP CGIL de l’Aquila hanno inviato un comunicato di denuncia all’Azienda per quanto venutosi a creare, attendendo una risposta che tarda ad arrivare da mesi. Nel comunicato si legge: “la verità che emerge è che la stragrande maggioranza degli operatori della ASL, pur avendone diritto, non ha ricevuto né il buono pasto sostitutivo e neanche la scheda necessaria per poterne usufruire.
L’Azienda, nel tentativo di abbassare i toni della contestazione con le sigle sindacali aveva diramato una circolare, con la quale però, anziché apportare elementi di risoluzione del problema, ha fatto emergere nuove ed innumerevoli criticità tra cui quella dell’obbligo per il personale, ai fini della maturazione del buono pasto, di una prestazione lavorativa aggiuntiva di 30 minuti oltre il normale turno di lavoro pari a 7 o più ore.
Posizione, questa, assurda e sconcertante. La dirigenza della ASL deve dare seguito alle sentenze applicandole e non interpretandole in pejus.
Infatti, le innumerevoli sentenze della Suprema Corte di Cassazione, stabiliscono, semplificando il concetto, che, qualora la prestazione lavorativa ecceda le 6 ore e la stessa non possa essere interrotta per l’effettuazione della prevista pausa, nel caso in cui la mensa aziendale non sia fruibile, le lavoratrici ed i lavoratori hanno diritto al buono pasto.
Viceversa, il personale che presta servizio oltre l’orario contrattualmente previsto, presta lavoro straordinario che, come tale, va retribuito. Da ciò ne consegue che, se il personale sta lavorando, così come facilmente rilevabile dai sistemi informatici in possesso dell’ASL, lo stesso non può essere considerato in pausa.
Dobbiamo purtroppo constatare che, questo semplice quanto banale concetto, non viene o non vuole essere compreso dalla ASL 1“.
Le sigle sindacali avrebbero provato a risolvere la situazione in maniera pacifica, facendo notare alla dirigenza come la situazione sti sfuggendo di mano e, nel caso venisse contestata nelle opportune sedi, avrebbe risvolti economici pesanti per l’Azienda stessa. Nonostante il clima bonario, finora ci sarebbero stati solo rinvii ed emanazione di circolari e comunicati aziendali di contenuto in contrasto con la giurisprudenza.
La nota si conclude: “ulteriormente in spirito assolutamente propositivo e collaborativo le scriventi OO.SS. si sono fatte promotrici di una nuova richiesta di incontro per dirimere la problematica ma In assenza una celere convocazione e di risposte concrete, le OO.SS. FP CGIL L’Aquila, , Fials L’Aquila e Nursind L’Aquila non esiteranno a dar vita a manifestazioni di rivendicazione e protesta in tutti gli Ospedali e Territori della Provincia“.