SOS carenza infermieri. Ormai è un dato di fatto e la criticità della situazione è sotto gli occhi di tutti. Pubblico e privato, senza distinzione, stanno assistendo sempre più ad un abbandono della professione verso l’estero o, comunque, verso altri tipi di lavoro. Sono tanti i colleghi che decidono di dare le dimissioni.
Nelle RSA la situazione sta diventando ingestibile. Da sempre le Residenze per anziani sono caratterizzate da stipendi più bassi rispetto all’impiego nel pubblico e a ritmi di lavoro davvero elevati, con rapporto Infermiere:pazienti che spesso eccede quello consentito per legge e, anzi, lo supera di gran lunga.
Il Resto del Carlino ha intervistato Antonio Buzzi, presidente di Confcooperative Federsolidarietà Emilia Romagna, circa la situazione delle strutture socio-sanitarie e la relativa carenza di infermieri. “La difficoltà è iniziata da almeno cinque anni e adesso è drammatica. Se non troviamo in fretta una soluzione, i nostri servizi sono a rischio. Nelle Rsa dell’Emilia-Romagna la carenza di infermieri oscilla tra i 2.500 e i 3mila, su un totale di circa 11mila dipendenti. Quindi almeno 30% in meno.
Gli ultimi 35 nuovi ingressi siamo riusciti a farli arrivare lo scorso anno: si tratta di infermieri provenienti dall’estero, in particolare dall’India, dall’Albania e dalla Tunisia. Abbiamo investito 400mila euro tra spese di viaggio, il sostentamento iniziale, fino a quando non hanno potuto lavorare, i costi degli alloggi e dei trasporti”.