Il presidente dell’ENPAPI, l’Ente nazionale di previdenza e assistenza della professione infermieristica, Luigi Baldini, nei giorni scorsi ha rilasciato una lunga intervista nella quale analizza la situazione degli infermieri liberi professionisti in Italia. Una situazione che, a differenza di quello che accade per il pubblico, sembrerebbe essere meno critica ma, nonostante ciò, andrebbero prese delle misure affinché si eviti il peggio anche nella libera professione.
“Le prestazioni infermieristiche sono diventate delle tasse occulte sui malati, che sono spesso abbandonati a loro stessi e costretti a pagare di tasca propria le singole prestazioni di cui usufruiscono. A essere penalizzate sono soprattutto le persone più fragili, gli anziani, chi ha difficoltà economiche. La continuità assistenziale sul territorio, che non è garantita da quella integrata a domicilio, non può più essere lasciata priva della necessaria tutela normativa.
Ripensare nel circuito dei LEA il lavoro che gli infermieri liberi professionisti svolgono sul territorio offrirebbe ai pazienti la possibilità di avvalersi di una rete assistenziale organizzata, dinamica, e di qualità perché svolta da personale competente e abilitato e non da chi, come a volte capita, si improvvisa infermiere. Le prestazioni infermieristiche in convenzione con il SSN si affiancherebbero, così, ai tradizionali canali di assistenza domiciliare integrata, i quali non sempre supportano le richieste della totalità dei malati, con la conseguenza di incrementare il sommerso delle prestazioni in nero, che il Censis ha quantificato in circa 800 milioni di euro all’anno.
Gli italiani, sempre secondo il Censis, sono favorevoli all’istituzione dell’infermiere convenzionato e questo dimostra quanto sia importante il contributo degli infermieri, utile, ad esempio, a contenere la pressione sugli ospedali e a dare efficaci risposte assistenziali sulle patologie croniche e su quelle invalidanti.
È urgente inserire alcune prestazioni infermieristiche all’interno dei LEA, i Livelli essenziali di assistenza. Spesso, infatti, il personale sanitario non viene messo nelle condizioni di operare al meglio, a discapito dell’attività professionale e degli stessi pazienti. Chiediamo, quindi, al Governo di valutare questa necessità, prevedendo, a partire dalla prossima Legge di Bilancio, delle risorse economiche ad hoc, che, comunque, già in parte, verrebbero recuperate attraverso il contrasto al mercato nero“.