Il fantasma del Covid torna a preoccupare il Sistema Sanitario, con ricoveri e contagi in aumento già da qualche settimana. Una situazione allarmante che rischia di mettere nuovamente in ginocchio la sanità italiana, già stressata da una carenza di personale che non ha mai raggiunto livelli tali.
Il Presidente del sindacato infermieristico Nursing Up ha analizzato la situazione in un comunicato stampa:
Non possiamo sottovalutare le enormi difficoltà in cui versa il nostro sistema sanitario. Non possiamo nascondere ancora una volta la testa sotto la sabbia, facendo finta che tutto funzioni alla perfezione.
La delicatissima situazione che attanaglia da tempo il nostro SSN, alle prese con una carenza di personale che è ben lontana dall’essere sanata, ci chiede di riflettere sul recentissimo report della Fondazione Gimbe sulla crescita dei contagi e sul conseguente aumento dei ricoveri, sulla base delle ultime quattro settimane, legati alle nuove varianti del Covid.
Si potrà dire che era tutto previsto, si potrà dire, per fortuna, che siamo ben lontani dalla gravità degli angoscianti mesi della Pandemia. I rischi di decessi sono molto bassi e una nuova emergenza sanitaria, ci confortano in tal senso i pareri degli esperti, è ben lontana: ma una riflessione è doverosa agli occhi della collettività.
Con una voragine strutturale di 65-80mila infermieri, con le dimissioni volontarie che arrivano ogni giorno da parte del personale sanitario, stanco e logorato da turni massacranti, disorganizzazione e valorizzazione lontana anni luce, con i pronto soccorsi che da Nord a Sud rischiano concretamente di piegarsi sotto il peso della nuova ondata di ricoveri, abbiamo il dovere di chiederci in che modo, la nostra organizzazione assistenziale, già in enorme debito di ossigeno, sarà in grado di fronteggiare questa nuovo ostacolo.
I numeri della Fondazione Gimbe, a meno che qualcuno non li smentisca, parlano chiaro e non bisogna dimenticare che, addirittura, il dato sui contagi potrebbe essere davvero fortemente sottostimato.
Gimbe sottolinea come “dalla settimana del 10-16 agosto a quella 7-13 settembre il numero dei nuovi casi settimanali sia passato vertiginosamente da 5.889 a 30.777, la media mobile a 7 giorni da 841 casi/die è salita a 4.397 casi/die, l’incidenza da 6 casi per 100 mila abitanti (settimana 6-12 luglio) a 52 per 100 mila abitanti”.
Va guardato con attenzione, continua De Palma, il conseguente aumento dei ricoveri in area medica, triplicati in poche settimane.
Il report di Gimbe ci informa che la situazione non è ancora preoccupante ma potrebbe diventarlo e ripetiamo non va certo sottovalutata”. Leggiamo nel report che, “in area medica, dopo aver raggiunto il minimo (697) il 16 luglio, i posti letto Covid occupati sono più che triplicati (2.378), mentre in terapia intensiva dal minimo (18) del 21 luglio sono saliti a quota 76. Rispettivamente, dunque, i tassi nazionali di occupazione sono del 3,8% e dello 0,9%. Se in terapia intensiva i numeri sono veramente esigui, dimostrando che oggi l’infezione da Sars-CoV-2 solo raramente determina quadri severi, l’incremento dei posti letto occupati in area medica conferma , invece, che nelle persone anziane, fragili e con patologie multiple può impattare gravemente sullo stato di salute , richiedendo ospedalizzazione o peggiorando, addirittura, la prognosi delle malattie concomitanti. Gimbe sostiene che “sono più che raddoppiati i decessi di persone positive a Covid nelle ultime 4 settimane: da 44 il 17-23 agosto a 99 il 7-13 settembre. Secondo i dati dell’Iss a morire sono quasi solo pazienti over 80”.
Ricordiamo, continua De Palma, che la nostra sanità pubblica attraversa un momento storico ancora una volta delicatissimo. Lo scorso luglio il nuovo Governo ha stabilito di rivedere il piano del Pnrr, nell’ambito della Missione 6, decidendo di ridurre ulteriormente il numero degli delle Case e degli Ospedali di Comunità inizialmente previsto.
Lo scorso 27 luglio il ministro Fitto ha, come è noto, presentato la proposta di revisione del PNRR: a causa di un aumento dei costi nell’edilizia fra il 24 e il 66%, il governo Meloni ha deciso di ridurre il numero di Case di Comunità da realizzare, con i fondi Ue da 1.350 a 936.
Con le stesse motivazioni dell’aumento dei costi dell’edilizia, il piano di revisione del PNRR dello scorso luglio taglia anche il numero di Ospedali di Comunità, le strutture pensate per pazienti a bassa intensità di cura, ossia che hanno bisogno di restare ricoverati ma che non sono più acuti e che dunque potrebbero liberare posti letto negli ospedali veri e propri. Per realizzarli entro il giugno 2026 l’Ue ci dà 1 miliardo di euro. Adesso Fitto prevede che il loro numero scenda da 400 a 304, 96 in meno.
E’ chiaro che in questo momento, più che mai, una sanità territoriale forte, di solido supporto agli ospedali, in grado di snellire i ricoveri legati ai casi gestibili al di fuori delle strutture nosocomiali, orientata da un piano di azione basato su sinergie e lungimiranza, ci metterebbe nella condizione di affrontare in modo certamente più sereno la nuova ondata di ricoveri legata alle nuove varianti del Covid», conclude De Palma.
E’ più che lecito chiedersi, a tre anni dalla scadenza del PNRR, quale strada stia percorrendo la nostra politica, soprattutto in relazione alla Missione 6 che puntava e speriamo punti ancora tutto sulla indispensabile ripartenza della sanità di prossimità, chiave di volta per affrontare l’invecchiamento della popolazione e il nuovo fabbisogno di cure, senza dimenticare, non smetteremo mai dirlo, che tutto questo non è realizzabile senza tenere nella oggettiva e doverosa considerazione i nostri infermieri ed i professionisti sanitari ex legge n. 43/2006″, conclude De Palma.