Italiani preoccupati per la carenza di Infermieri e la privatizzazione del SSN

Un sondaggio realizzato da Nursind ed SWG mette in evidenza quanto la popolazione italiana sia preoccupata per la carenza di infermieri e, soprattutto, per la possibilità della privatizzazione del Sistema Sanitario Nazionale. Secondo il sondaggio, infatti, circa il 78% dei cittadini teme che il Servizio sanitario possa essere privatizzato e il 79% è preoccupato da una sempre più grave carenza di infermieri.

Il segretario del Nursind, Andrea Bottega, ha commentato i risultati dell’indagine affermando: “Il bisogno di sanità è in cima alle richieste degli italiani. Persino più sentito del caro prezzi che pure, con i picchi dell’inflazione, dovrebbe essere in testa alle loro preoccupazioni. Potrebbe bastare già questo a Governo e Parlamento per orientarsi in vista della legge di Bilancio“.

Il sondaggio descrive gli infermieri come altamente competenti, rispettosi dei pazienti e disposti a lavorare duramente ma, dall’altro lato, si sottolinea come la capacità di prestare attenzione alle esigenze dei pazienti e dare loro supporto morale sia in diminuzione, probabilmente proprio per la carenza di personale all’interno delle corsie.

In relazione a questo punto fondamentale, Bottega afferma che si tratta di: “un dato da non sottovalutare perché spia dell’enorme fatica che nei reparti e in corsia si fa per stare dietro a tutto, pur essendo sotto organico. Una realtà, quella della carenza di infermieri, di cui i cittadini sono ben consapevoli, oltre che spaventati“.

E, sulla possibilità della privatizzazione del SSN, il segretario: “Il fatto che il 78% delle persone tema che in futuro il Ssn possa essere privatizzato e il 79% sia preoccupato da una sempre più grave carenza di infermieri infine dimostra ancora una volta quanto la gente sia un passo avanti rispetto alla politica. Non bastano più le parole, servono le risorse per correre ai ripari e cercare di fermare questa emergenza di personale. Ma bisogna investire adesso, se vogliamo avere infermieri formati in Italia tra quattro anni. Sì, perché se decidiamo di importare professionisti dall’India potremo tamponare la situazione, ma non risolvere il problema“.