Nel corso degli ultimi mesi il numero di Infermieri lombardi (e non solo) che ha deciso di lavorare in Svizzera da frontaliero e non, è incrementato in maniera esponenziale, tant’è che in Lombardia sono al vaglio diverse misure per convincere gli infermieri italiani a rimanere nel pubblico o nel privato proprio qui in Italia. Tra queste ricordiamo l’indennità di confine, la proposta di fornire case popolari in maniera “gratuita” per qualche mese.
Ma tutto ciò non sembra frenare la fuga dei colleghi verso la Svizzera, notoriamente nota per gli stipendi ma non solo. Tanti infermieri, infatti, sono rimasti molto soddisfatti anche dalla crescita professionale che sono riusciti a raggiungere e, soprattutto, si dicono soddisfatti di riuscire a riposarsi dopo la normale turnazione. In Italia, infatti, spesso, specie negli ultimi mesi, capita di saltare i riposi per mancanza di personale e le ferie per gli stessi motivi.
Tra i tanti colleghi che hanno intrapreso la nuova esperienza lavorativa in Svizzera, il quotidiano online Il Cittadino MB, ha intervistato uno di loro che ha affermato: “Non mi hanno cercato sono stato io inizialmente a guardarmi intorno. Non solo in Svizzera. All’inizio pensavo di trasferirmi in una regione a statuto speciale come il Trentino Alto Adige dove le condizioni economiche sono decisamente migliori che in Lombardia. In poco tempo sono stato sommerso da proposte e ho potuto scegliere. Poi alla fine però ho scelto la Svizzera, una struttura privata in Canton Ticino, anche per la vicinanza da casa. La mia famiglia e i miei figli continuano a vivere in Brianza e io mi muovo in treno con un’ora di viaggio“.
Poi prosegue: “Il centro privato per cui lavoro mi rimborsa anche l’abbonamento al treno. La tratta da Seregno a Chiasso è comoda, certo, ho un’ora di treno ad andare e un’ora per tornare, ma paradossalmente ho molto più tempo libero da dedicare alla mia famiglia perché a Monza mi trovavo spesso a dover saltare i turni di riposo. Si arriva anche a guadagnare tre volte tanto. Un infermiere di reparto prende 4mila euro, uno specializzato fino a 6mila. A questo si aggiungono dei buoni pasto in franchi svizzeri con cui posso anche fare la spesa e poi ho sconti in palestra. A Monza avevo la mensa, ma il più delle volte con i turni non riuscivo ad andare e non avevo nemmeno i buoni pasto.
È triste pensare che la sanità pubblica in Italia non sia appetibile e non riesca a trattenere le persone che si sono formate in Italia in Svizzera gli infermieri italiani sono molto ricercati per la loro preparazione, competenza e professionalità“.