Calo delle iscrizioni all’università per i corsi di laurea in Infermieristica e infermieri che fuggono dall’Italia per andare verso paesi in cui l’infermiere è riconosciuto sia dal punto di vista professionale che economico.
Sulla difficoltà che si sta riscontrando in Italia si è sfogato un collega e sindacalista, Giannantonio Sapia della UIL, che, sulla rivista EcodelloJonio, ha affermato: “L’Italia continua a non essere un Paese per infermieri. Senza un intervento immediato salta in aria l’intero Servizio Sanitario Nazionale. È inutile girarci intorno: se mancano gli infermieri gli ospedali chiudono.
È assurdo che il lavoro dei professionisti infermieri non sia al passo coi tempi. Oggi stiamo parlando di una carenza stimata di 70 mila unità, che è destinata ad aumentare sempre di più. Bisogna rimodulare e rendere più attraente la professione infermieristica in generale con maggiore e più semplice opportunità di impiego, nonché di compenso retributivo più appetibile e dignitoso, premiando, se è il caso, la competenza e la sana competizione…
Inutile, quindi, ricorrere a personale proveniente da Paesi Esteri. Il Parlamento ascolti coloro che vivono quotidianamente in “trincea” tra lettighe, presidi e urgenze di ogni genere, o colore. In ogni caso, il lavoro in Ospedale è usurante per tante motivazioni, ma gli infermieri a tutt’oggi non rientrano nella categoria e, a tal proposito, chiedono che venga loro riconosciuto concesso un adeguamento salariale“.