La Presidente della FNOPI è ritornata a parlare della situazione particolarmente importante relativa alla carenza di Infermieri in Italia e alle misure che potrebbero essere messe in atto nei prossimi mesi per renderla più attrattiva sia per coloro i quali stiano già lavorando che per i giovani che vogliono affacciarsi al corso di laurea.
In un’intervista rilasciata al quotidiano Nursind Sanità, Barbara Mangiacavalli, in relazione alla NADEF e ai possibili tagli che verrano attuati nei prossimi mesi/anni, ha affermato: “I “tagli” sono in realtà un déjà vu, perché al momento delle manovre economiche – e questo accade ormai da anni, senza distinzione di governi e maggioranze – e quando la coperta corta delle risorse non basta a soddisfare tutte le esigenze, si riducono le voci che per logica necessità erano state incrementate, magari anche dalla finanziaria precedente.
Mancano all’appello per il 2024 almeno 4 miliardi in una manovra che sconta – come peraltro tutte le altre voci di spesa – la situazione generale dell’economia. Secondo i dati diffusi dall’Ocse, la sanità del nostro Paese incide sulla spesa pubblica per il 6,8%, contro il 10,1% della Francia, il 10,9% della Germania. Parliamo di un settore che ha bisogno di risorse soprattutto perché il progresso tecnologico e scientifico richiede un adeguamento infrastrutturale, ma anche degli organici”.
Gli infermieri, oggi, sono soggetti ad un carico di lavoro sempre più gravoso a causa della mancanza delle risorse e, di conseguenza, in molti si trovano a dover saltare riposi e ferie, rientrando in servizio con ordini di servizio. Sulla situazione attuale, la Mangiacavalli ha affermato che: “sarebbero necessarie azioni su più fronti. Il primo, più evidente, è quello di finanziare l’integrazione degli organici per evitare che, a retribuzioni pressoché costanti, si utilizzi il ‘grimaldello’ dello straordinario per fare fronte alle esigenze dell’assistenza. Oggi la professione infermieristica subisce spesso turni di lavoro massacranti con tutte le conseguenze sia dal punto di vista del burnout dei professionisti che degli effetti di questo sui livelli di qualità assistenziali, anche per via del fatto che gli straordinari, e quindi ore in più di lavoro, sono diventati una modalità ‘ordinaria’ per far fronte alle carenze. Una situazione che divide ancora di più la sanità delle Regioni.
E’ un altro fronte, sarebbe indispensabile una modifica di legge. Oggi il lavoro degli infermieri è considerato solo ‘gravoso’, ma la qualità, la tipologia, le peculiarità del servizio infermieristico e il carattere stressante dell’attività svolta pongono sicuramente quello degli infermieri tra i lavori ‘usuranti’. Non si può utilizzare il mero parametro nel numero di turni di notte effettuati nell’arco dell’anno come prevede ora la legge: prestare servizio per dieci ore di notte in condizioni di massima allerta non è come essere adibiti ad una catena di montaggio. Gli infermieri sono responsabili di vite umane e questo, come ormai tutti dovrebbero sapere, non è appunto un compito solo gravoso”.
Per quanto riguarda invece gli aumenti relativi allo stipendio, come FNOPI: “Abbiamo chiesto per le retribuzioni che si consideri intanto l’opportunità di innalzare l’indennità di specificità infermieristica dagli attuali 70-80 auro ad almeno 210/mese, ma anche questa semplice operazione vale rispetto alle risorse attuali un incremento di oltre 600 milioni”.
Intervista tratta da Nursind Sanità