Aggrediscono medico e infermiera del Santobono per “13 minuti di attesa”

L’escalation di violenza ai danni dei professionisti della sanità continua, purtroppo. Come riportato dall’Organizzazione No Profit Nessuno Tocchi Ippocrate, tramite un post Facebook, un’infermiera e un medico dell’Unità Operativa della Pediatria del Santobono di Napoli.

Nella testimonianza della nostra collega si legge:

“Ancora una volta mi trovo costretta a rivolgermi a voi, ancora una volta sono qui a parlavi dell’ennesima aggressione avvenuta al pronto soccorso del Santobono.

Stamane, alle ore 8 circa, giungeva al nostro triage un piccolo paziente per riferita febbre da poche ore, viene normalmente registrato e gli viene assegnato un codice verde in quanto i parametri vitali erano tutti nella norma, nessun parametro alterato e il bambino non era sofferente.

Alle 8.13, quindi dopo ben 13 minuti, il padre del piccolo paziente decide di fare irruzione all’interno del box visite iniziando ad insultare verbalmente con parole scurrili e minacce verbali di aggressione fisica, sessuale e di morte la dottoressa in questione. Nonostante il repentino intervento delle guardie giurate di turno, il gentil padre ha continuato ad inveire contro la dottoressa la quale ha avuto un malore e si è trovata costretta a doversi refertare e ad abbandonare il proprio posto di lavoro per recarsi presso altro ospedale e successivamente al commissariato per svolgere doverosa denuncia.

Questo è l’ennesimo caso di aggressione, ogni giorno ne avvengono tanti e ormai non riusciamo nemmeno più a contarli.

Il gentil padre ha ben pensato che 13 minuti di attesa erano troppi da aspettare. Ha ben pensato che aggredendo il medico avrebbe ottenuto una visita in minor tempo, ha ben pensato che così facendo le attese nei pronto soccorso diminuiranno. Non ha messo in conto però che così facendo, continuando ad aggredita il personale sanitario le attese non diminuiranno ma aumenteranno perché a breve non ci sarà più abbastanza personale sanitario da garantire il servizio pubblico.

A breve andremo tutti via, scapperemo da questa sanità che non ci tutela, scapperemo da questa realtà che non ci permette di svolgere con serenità il nostro lavoro.

Vorrei inoltre ribadire che il pronto soccorso non è un ambulatorio per visite mediche, il pronto soccorso è per le urgenze ed emergenze. In pronto soccorso non si va perché “il mio pediatra non risponde a telefono”.

Non si va “perché il mio pediatra senza tampone non visita mia/o figlia/o” ecc ecc.

Sono qui, a nome di tutti i miei colleghi infermieri, medici e oss a chiedere, ancora una volta, aiuto a chi di dovere. Abbiamo bisogno di personale, abbiamo bisogno di un drappello che ci tuteli e ci aiuti a garantire il pubblico servizio, abbiamo bisogno che il territorio inizi a lavorare meglio, abbiamo bisogno che i pediatri visitino i loro assistiti SEMPRE.

Siamo saturi, stanchi”.