Intervista esclusiva a Matteo: “Vi spiego come si lavora e quanto si guadagna in Arabia”

Matteo è un Infermiere italiano che, sin dalla laurea, ha deciso di esercitare la professione all’estero. Ci ha contattati e abbiamo deciso di intervistarlo esclusivamente per Infermieritalia, per conoscere meglio la situazione lavorativa nei paesi arabi, che, nel corso delle ultime settimane, sono saltati alla ribalta per gli stipendi alti e i benefits associati ma di cui effettivamente si sa poco nello specifico.

Matteo si è da poco trasferito. Ci racconta che ha iniziato a lavorare nel 2019 in Inghilterra lavorando nella Spinal Unit Rehab per poi passare alla Rianimazione Cardiotoracica di Londra nel 2020, reparto in cui è rimasto e ha lavorato per due anni. Ha studiato, ha conseguito un Master e, da pochi mesi è approdato negli Emirati Arabi. Oggi ha deciso di raccontarci la sua esperienza finora.

Raccontaci un po’ com’è andato il reclutamento

Una mia collega e conoscente mi ha indirizzato e ho sostenuto un’intervista a Manchester con un’agenzia di reclutamento di personale sanitario a Novembre 2022 nella quale ho presentato tutti i documenti e mi è stato fatto un colloquio valutativo.

Per i documenti e per tutte le procedure di ingresso ci ho messo 10 mesi considerando che lavoravo già in Inghilterra e che, per questi motivi, è stato più facile. Infatti loro come certificazione della lingua inglese si sono rifatti al master conseguito proprio in UK. Tra gli altri occorre anche la trascrizione della laurea in Italiano. L’unico piccolo problema sono le referenze per gli italiani in quanto io ero in Inghilterra e l’ho trovata abbastanza agevolmente.

L’iter è molto lungo e le due cose fondamentali, tra tutte, sono la conoscenza della lingua inglese e la registrazione alla DHA (Dubai Health Autority).

P.S. La registrazione è diversa in base alla città degli Emirati Arabi Uniti in cui si presterà l’attività lavorativa.

La domanda che tutti fanno: qual è lo stipendio per un infermiere?

Gli stipendi variano in base alle zone degli Emirati Arabi Uniti. Ad esempio a Dubai si parte da 3 mila euro medi mensili mentre a Abu Dhabi tale cifra è addirittura raddoppiata. Poi in base alla specializzazione e al lavoro extra si riesce anche a salire. Turni notturni e diurni vengono pagati uguale, perché alla fine del mese lo stipendio è quello.

La cosa particolare relativamente allo stipendio è che lo stesso è variabile in base al passaporto. Vi spiego meglio: se un Infermiere ha un passaporto italiano, inglese, neo zelandese o australiano (o comunque Europeo) guadagnerà di base di più rispetto a chi proviene dell’India, dalle Filippine e via dicendo.

Parliamo di Benefits, cosa puoi dirci finora?

I benefit sono davvero tantissimi. Ad iniziare dal trasferimento: l’azienda privata che ti ha assunto ti fornisce il biglietto di andata con sistemazione in Lounge in aeroporto. Arrivati negli Emirati Arabi ci sarà un taxi che ti accompagnerà all’alloggio selezionato.  Relativamente all’alloggio potrai decidere se rimanere in quello fornito dall’Azienda oppure spostarti. Nel caso decidessi di spostarti e andare in affitto verrà detratta una % dallo stipendio mensile (che varia in base all’azienda che ti ha assunto).

Se i requisiti della casa che ti viene fornita non ti soddisfano oppure se hai problemi con il coinquilino potresti anche cambiare sistemazione senza che l’azienda ti detragga la percentuale dallo stipendio.

Per gli spostamenti da e per il lavoro le aziende hanno organizzato un servizio di navette. Da dove risiedo io ci vorrebbero 27 minuti a piedi. I pullman per lo staff ospedaliero passano ogni 15 minuti.

Ma non è tutto. Le aziende nel “pacchetto” ti forniscono anche l’assicurazione platinum che ti offre una marea di servizi. Hai bisogno del dentista? Verrà pagato dall’assicurazione. Hai bisogno di un fisioterapista o di altri servizi sanitari? Verranno pagati anch’essi dall’assicurazione.

E non finisce qui. Per i dipendenti della sanità ci sono un sacco di sconti in diverse catene di negozi, addirittura c’è un servizio di cashback per i pagamenti effettuati con la carta di credito. A seconda della banca scelta anche il trasferimento di denaro verso l’Italia sarà gratuito e le commissioni azzerate.

Come funziona il lavoro? E le possibilità di carriera?

L’attività lavorativa è simile a quella della realtà inglese. L’infermiere lavora su turni di 12 ore, quindi mattina + pomeriggio e notte, e assicura all’Azienda circa 40 ore settimanali. Devi garantire almeno due turni a settimana e, in questo modo, puoi avere anche più di due giorni liberi.

Per entrare in Unità Operativa l’infermiere deve studiare e conoscere le procedure aziendali. La conoscenza delle stesse verrà verificata tramite la simulazione su manichini e accertata dalla figura del coordinatore infermieristico. La formazione continua viene garantita attraverso corsi in presenza che erogano più crediti in media rispetto ai corsi FAD.

Puoi scegliere se seguire corsi inerenti al reparto in cui lavori o meno.

Per la specializzazione invece ne esistono di diverse: puoi specializzarti nell’educazione, quindi entrare nel team che eroga corsi aziendali e organizza il retraining del BLSD ad esempio (farai quindi un orario “d’ufficio”), altra specializzazione è quella dell’infermiere che si occupa del trasporto di organi e tessuti per i trapianti e, ancora, quella della leadership.

Come sono le strutture ospedaliere?

Gli ospedali sono davvero grandi, sembra di vivere all’interno di un grandissimo centro commerciale. Pensa che ancora oggi delle volte capita di perdermi o di non riuscire a trovare facilmente la strada. Sono strutturati su diversi piani di cui uno interrato e, tra questi, un piano intero è destinato e attrezzato per la formazione infermieristica e medica.

Sono disponibili più di 200 manichini all’avanguardia (sia pediatrici che adulti) per la simulazione di procedure e per l’addestramento al BLSD, ATLS e cosi via.

Quando ho sostenuto il BLSD i manichini erano collegati addirittura ad un monitor che indicava se le compressioni fossero efficaci o meno, calcolando la profondità delle stesse e il ritmo. Ma non è tutto: alcuni manichini vengono utilizzati per il reperimento di accessi vascolari e la sensazione è simile a quella reale.

Ma in tutto ciò c’è anche un rovescio della medaglia?

Ovviamente, come in tutte le cose, ci sono dei fattori positivi e dei fattori negativi. Dal punto di vista dell’assistenza, infatti, quella che viene fornita effettivamente al paziente è davvero limitata. Negli Emirati, infatti, la sanità è a pagamento come avviene anche negli USA per cui le aziende cercano sempre di tutelarsi. Da ciò deriva il fatto che in 12 ore di lavoro la maggior parte dell’attività lavorativa si basa sulla compilazione di schede infermieristiche, sul controllo delle infusioni e del corretto funzionamento delle apparecchiature medicali.

Durante il passaggio consegne c’è addirittura un modulo in cui l’infermiere che entra verifica che la quantità corretta di farmaco sia stata somministrata durante il turno giornaliero e/o notturno e, nel caso qualcosa non tornasse, la responsabilità è tutta del collega che era in turno.

Le Aziende tengono più di ogni altra cosa alle infezioni ospedaliere e alle lesioni da decubito, spendendo un sacco di soldi per l’istituzione di team per la gestione di queste problematiche. Esiste, infatti, un team per le lesioni da decubito che si occupa dello spostamento ogni due ore del paziente allettato e, nel caso non li chiamassi, vengono a bussarti alla porta per ricordarti che sono passate le due ore e che è il momento di mobilizzarlo nuovamente.

E per quanto riguarda la qualità della vita?

Criminalità pari a 0, divieto assoluto di droghe, alcool solo in alcuni locali. Ad esempio una volta ero uscito dal supermercato con il carrello ma avevo dimenticato di comprare delle cose. Ho lasciato il carrello fuori senza problemi, sono rientrato, ha preso quello che mi serviva e sono uscito di nuovo, ritrovando il carrello proprio dove l’avevo lasciato. Le donne possono camminare per strada senza problemi a tutte le ore del giorno e della notte

Le temperature solo leggermente alte, quindi oltre 40 gradi in estate e circa una 30ina in inverno con tassi di umidità variabili. Il prezzo della benzina è molto basso, ragion per cui mi sposto in taxi.

La maggior parte dei cittadini, circa l’80%, proviene dall’estero, quindi la società è ben globalizzata, gli arabi sono davvero una piccola porzione limitata nelle grandi città.

Come ti vedi nel futuro? Ritornerai in Italia?

La mia idea è quella di ritornare in Italia, precisamente a Napoli, dalla mia famiglia. Il lavoro di infermiere in Italia non mi preoccupa molto ed è decisamente diverso rispetto alle esperienze inglesi e di questa nuova ad Abu Dhabi. Mi darò massimo 5 anni e poi deciderò se tornare, anche perché qui l’infermiere è un vero e proprio mercenario.

Ringraziamo con tutto il cuore Matteo che ha deciso di fornirci la sua esperienza sulle condizioni lavorative e su tutto ciò che riguarda il mondo infermieristico in Arabia Saudita.

© Infermieritalia

Immagini fornite in esclusiva per Infermieritalia

Riproduzione riservata

1 Comment

  1. Buonasera, lavoro a Torino come infermiera in Pronto Soccorso da 4 anni, durante i quali ho seguito un Master in Area Critica intra ed extra-ospedaliera per Infermieri, a Novara.
    Da un anno a questa parte sono nella faculty che si occupa della formazione aziendale e univeristaria di POCUS.
    Da quest’anno inizierò a occuparmi della formazione universitaria anche del corso di Infermieristica in Area Medica, in qualità di assistente; tuttavia la realtà in Italia inizia a starmi stretta, non vedo possibilità di crescita e non mi sento valorizzata.
    Potrei avere informazioni rispetto a un’agenzia di reclutamento di personale sanitario alla quale poter fare riferimento per fare un colloquio e approdare negli Emirati Arabi?

Lascia un commento

Your email address will not be published.