In un documento OMS, pubblicato sul sito istituzionale FNOPI, viene analizzata la situazione particolare che stanno vivendo le professioni sanitarie in Europa negli ultimi mesi, specie quella infermieristica.
Come avrete sentito, infatti, molti colleghi stanno decidendo di emigrare in massa verso i Paesi del Golfo e verso la Svizzera, altri di licenziarsi dal pubblico e lavorare aprendosi la P.Iva, altri ancora abbandonando del tutto la professione e svolgendo altri lavori. Ciò ha contribuito a diminuire l’attrattività del corso di laurea in Infermieristica, con tutti i contro che da ciò ne conseguono e ne conseguiranno.
L’OMS ha redatto un piano d’azione per “proteggere e valorizzare” gli Infermieri europei e per dare nuova linfa alla professione infermieristica.
La relazione dell’Ufficio regionale per l’Europa dell’OMS “La forza lavoro sanitaria in Europa: tempo di agire”, lanciata in occasione del Comitato regionale per l’Europa dell’OMS, ha messo in luce le sfide cui si trovano di fronte gli operatori sanitari europei.
Molte di queste sfide sono di lunga data, ma sono state aggravate dalla pandemia della COVID-19.
Secondo l’OMS è necessaria un’azione urgente per mantenere gli operatori sanitari e assistenziali, soprattutto nelle zone rurali e svantaggiate; proteggere la loro salute mentale e fisica e il loro benessere; migliorare le loro assunzioni; per ottimizzare le loro prestazioni; e garantire un’offerta di operatori sanitari e assistenziali per soddisfare le esigenze future.
Il quadro d’azione proposto per il personale sanitario e assistenziale nella regione europea 2023-2030 dell’OMS si basa sul quadro d’azione del 2017 e affronta nuove realtà e sfide di lunga data.
Le azioni proposte sostengono l’avanzamento del programma europeo di lavoro 2020-2025, comprese le sue iniziative faro, e i punti discussi dal comitato regionale nella sua 73a sessione, come l’assistenza sanitaria di base, la preparazione alle emergenze, e la salute dei rifugiati e dei migranti.
Su questi argomenti ad Astana i 53 Stati membri hanno approvato all’unanimità il quadro d’azione per fronteggiare la crisi del personale sanitario. È il primo nella regione europea a dare peso al benessere e alle condizioni di lavoro, descritto nel documento “Quadro d’azione per il personale sanitario e assistenziale nella regione europea dell’OMS 2023-2030” in cui si sottolinea che gli operatori sanitari sono la spina dorsale di qualsiasi sistema sanitario perché l’equità tempestiva di accesso a servizi sanitari e di assistenza di qualità dipende dall’avere una forza lavoro adatta allo scopo.
Gli Stati membri della regione europea dell’OMS hanno da tempo riconosciuto la necessità di una forza lavoro che sia meglio equipaggiata per far fronte alle mutevoli esigenze sanitarie dovute all’invecchiamento della popolazione, all’aumento dei livelli di malattie croniche, all’evoluzione delle aspettative e alle nuove tecnologie, e le crescenti minacce sanitarie associate ai cambiamenti climatici e alle emergenze sanitarie. Ma le azioni intraprese finora sono state insufficienti.
La pandemia COVID-19, sottolinea il documento, ha esacerbato le vecchie sfide, come la distribuzione non uniforme, il mix di competenze non ottimale e la carenza di operatori sanitari e di assistenza. Ha anche reso più acute le sfide emergenti, come
- l’aumento delle difficoltà di ritenzione degli operatori sanitari e assistenziali a causa delle pressioni derivanti da considerevoli ritardi di servizio, burnout, stress e preoccupazioni per la sicurezza e la violenza sul lavoro;
- l’importanza di proteggere la salute mentale e fisica e il benessere e di rafforzare la parità di genere all’interno del personale sanitario e assistenziale;
- la necessità di attirare i giovani nelle professioni sanitarie e di assistenza, dato che la forza lavoro stessa sta rapidamente invecchiando.
Anche se la regione europea ha la più alta densità di operatori sanitari e di assistenza tra tutte le regioni dell’OMS e ha un numero record assoluto di operatori sanitari e di assistenza, l’OMS sottolinea che ci sono lacune critiche nella capacità dei sistemi sanitari di rispondere alle esigenze della popolazione. Di fronte a tutte le sfide menzionate nei paragrafi precedenti, l’argomentazione a favore di un nuovo approccio alle politiche della forza lavoro sanitaria e dell’assistenza nella regione è chiara.
In particolare per quanto riguarda l’assistenza infermieristica Il nuovo quadro di azione proposto per la forza lavoro sanitaria nella regione europea dell’OMS 2023-2030 è informato e coerente con le attuali strategie e risoluzioni della forza lavoro sanitaria globale, tra cui la strategia globale 2016 sulle risorse umane per la salute e prevede tra le altre misure il rafforzamento del l’assistenza infermieristica e del l’ostetricia: investimenti nel l’istruzione, posti di lavoro, la leadership e la fornitura di servizi .
Il nuovo quadro d’azione proposto è stato elaborato e perfezionato attraverso tre consultazioni tecniche con gli Stati membri e altre parti interessate tra febbraio e aprile 2023, anche in occasione della riunione regionale ad alto livello sulla forza lavoro nel settore sanitario e dell’assistenza, tenuto a Bucarest, Romania, che ha portato alla Dichiarazione di Bucarest.
L’obiettivo generale dell’azione consiste nel conseguire una ripresa pandemica, nuovi progressi in materia di obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG) legati alla salute e una maggiore capacità di rispondere alle esigenze attuali e future in materia di salute e di assistenza, sia in ambito naturale che umanodisastri indotti, nella Regione, investendo e proteggendo un’efficace forza lavoro sanitaria e assistenziale.
Tre gli obiettivi specifici proposti:
- incaricare i ministri della Sanità di sostenere la forza lavoro sanitaria a livello nazionale e internazionale;
- aggiornare le raccomandazioni per soddisfare il contesto attuale sulla base delle migliori prove tecniche disponibili; e
- specificare in che modo l’OMS/Europa può sostenere gli Stati membri nel portare avanti questo lavoro.
In primo luogo, sarà attuata una linea pragmatica, che inizierà con una piccola serie di indicatori pertinenti per i quali esistono già definizioni e meccanismi di segnalazione e in cui sono disponibili almeno i dati del settore pubblico in tutto o in parte.
Si lavorerà inizialmente su sei professioni sanitarie (medici, infermieri, ostetriche, dentisti, fisioterapisti e farmacisti). Il monitoraggio triennale dei progressi compiuti nell’attuazione del codice di condotta globale sull’assunzione internazionale di personale sanitario fornirà anche alcuni dati sulla migrazione.