Una carenza sempre più importante e impattante sul Sistema Sanitario Nazionale, quella degli Infermieri italiani. Negli ultimi mesi se ne è parlato tantissimo e, ad oggi, a parte qualche sporadico intervento, non c’è stato un vero e proprio piano d’azione per evitare che la carenza diventi una voragine difficilmente recuperabile.
Su questa carenza si è espresso, recentemente, anche il Consigliere regione Piemonte del Partito Democratico, Domenico Ravetti, che, in un’intervista rilasciata a Torino Oggi, ha affermato: “In Italia vi è una carenza di infermieri certamente superiore alle 65 mila unità, principalmente a causa della scarsa attrattività della professione. In Piemonte, in particolare, mancano dai 4 ai 5 mila infermieri. A differenza della scarsità dei medici, che deriva anche da una sbagliata programmazione e dal mantenimento del “numero chiuso” del tutto scollegato dalla realtà, la mancanza di infermieri non è collegata al numero dei posti nelle università. Peraltro, c’è già stato un aumento da 15 mila a 20 mila posti offerti che, tuttavia, non vengono saturati a causa delle scarse iscrizioni.
Perché si verifica la mancanza di adesione alla professione infermieristica? Normalmente si nasce infermieri, si cresce infermieri e si va in pensione infermieri generalisti. Dallo stipendio alle competenze riconosciute non cambia quasi mai nulla”.