Infermieri italiani: le ragioni dello sciopero

Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa del Nursing Up Lombardia, che elenca le motivazioni relative allo sciopero di domani, 17 Novembre 2023 e delle successive manifestazioni. Motivazioni a livello regionale e nazionale.

“Nel contesto di una mobilitazione nazionale, che agisce attraverso numerose manifestazioni territoriali a tutela
dei diritti degli infermieri, dei professionisti dell’assistenza e delle loro giuste rivendicazioni, la scrivente O.S. Nursing Up ha proclamato il corrente stato di mobilitazione nella regione LOMBARDIA con iniziative di lotta e manifestazioni.

Il fine è quello di sensibilizzare il Governo Regionale, la Presidenza del Consiglio dei Ministri, il Ministro della Salute, il Ministro del Lavoro ed il Comitato di Settore Regioni Sanità (per quanto di competenza nazionale), al fine di dare idonee soluzioni al ventaglio di problematiche alle correlate richieste dei professionisti dell’area infermieristica e degli altri operatori sanitari ex legge 43/2006 dipendenti dalle Aziende Sanitarie della regione Lombardia.

Nell’ambito delle iniziative di sensibilizzazione che stiamo attuando, manifestiamo in questa regione, ricevendo il sostegno di cittadini ed esponenti delle istituzioni, più precisamente:

  • Il giorno 17/11/2023 nella città di Milano davanti alla Prefettura;
  • Il giorno 21/11/2023 nella città di Mantova davanti alla Prefettura;
  • Il giorno 24/11/2023 nella città di Brescia davanti alla Prefettura;
  • Il giorno 28/11/2023 nella città di Como davanti alla Prefettura;
  • Il giorno 30/11/2023 nella città di Varese davanti alla Prefettura;
  • Il giorno 01/12/2023 nella città di Lecco davanti alla Prefettura;
  • Il giorno 05/12/2023 nella città di Sondrio davanti alla Prefettura.

Il nostro intento è quello di evitare l’acuirsi della lotta sindacale, una lotta che, beninteso, noi siamo determinati
a portare avanti anche sino all’adozione di iniziative finalizzate allo sciopero. A livello regionale chiediamo:

  1. Revisione dotazioni organiche: come definire quantitativamente e qualitativamente lo staff infermieristico e di supporto rimane un problema rilevante irrisolto. Comprendere quale è lo staff ottimale, quello minimo e il mix di competenze da assicurare per garantire cure costo-efficaci, rappresenta una questione aperta. La Regione Lombardia, ha adottato una riforma (LR 23/ 2015) del sistema sanitario regionale, introducendo le ASST (aziende socio sanitarie territoriali) e le ATS (agenzie per la tutela della salute), cambiando di fatto, solo la forma ma non la sostanza della Sanità, se si continua ancora a parlare di assistenza infermieristica in minuti/paziente/giorno, come normato da una delibera, ormai vecchia di oltre 20 anni, la DGR n. 6/38133 del 6 agosto 1998: “120 minuti di assistenza andavano forse bene nel 1969, quando la degenza media era di venti giorni e i pazienti totalmente dipendenti non più di tre per reparto, quando la terapia infusionale riguardava il 20% dei pazienti degenti e i grandi anziani avevano ottanta anni. Oggi 120 minuti di assistenza sono economicamente sostenibili ma eticamente incompatibili.” I problemi insorgono soprattutto nelle specialità di base, dove ci si rende subito conto, che la quotidianità dell’assistenza, è ben altra cosa e che i minuti effettivi assistenziali da dedicare, sono di più dei 120 minuti tabellari, per ogni paziente. Pur in presenza di una difficoltà di reclutamento del personale infermieristico, l’aggiornamento del fabbisogno del personale garantirebbe certamente una migliore qualità assistenziale e minor rischio sull’utente.
  2. Rientri in servizio (RIS): prevedere un quantum orario al personale sanitario ogni qual volta accetti di rientrare in servizio per qualunque assenza (min. 50 euro all’ora). Tale incentivo deve essere corrisposto in modo uniforme in tutte le Aziende Lombarde.
  3. Indennità di confine per arginare la fuga degli infermieri: temiamo che alla già evidente difficoltà di
    reclutare nuovo personale infermieristico nelle Aziende Sanitarie, si aggiunga una continua emorragia
    di ulteriori professionisti oltre confine. A tale scopo occorre istituire un’apposita indennità di almeno
    500 euro netti destinati ai professionisti che operano nelle province di Como, Varese e Sondrio, al fine
    di rendere più appetibile la permanenza nelle strutture sanitarie lombarde.
  4. Garanzia sicurezza per personale operante nelle strutture sanitarie ospedaliere: sono sempre più frequenti i casi di aggressione al personale sanitario che purtroppo non viene tutelato per mancanza di presidi fissi delle Forze dell’Ordine.
  5. Ulteriori risorse economiche per il contratto della sanità finalizzate e sufficienti per conferire un’indennità specifica e dignitosa per tutti i professionisti che si occupano ai vari livelli di funzione di assistere pazienti (Ostetriche).
  6. Superamento definitivo e senza alcuna autorizzazione/ discrezionalità, per gli infermieri pubblici e per gli altri professionisti non medici del vincolo di esclusività, riconoscendo loro il medesimo diritto già esistente per il personale medico, di svolgere attività libero professionale, anche per far fronte alla gravissima carenza di personale in cui versano le strutture sociosanitarie, le RSA, le case di riposo, di cura e le strutture residenziali riabilitative.
  7. Indennità di esclusività aziendale: a tutti i professionisti sanitari che decidono di non avvalersi del diritto specificato al punto 6 del presente documento, chiediamo di attribuire un “premio fedeltà” (sulla falsa riga dell’indennità di esclusività della Dirigenza Medica), al fine di contrastare la fuga degli stessi verso altri lidi.
  8. Direttive e risorse economiche finalizzate a sostenere l’aggiornamento professionale dei professionisti sanitari oggetto della presente, riduzione del debito orario settimanale degli stessi (orario di servizio) pari ad almeno 4 ore settimanali, da utilizzare per le attività di aggiornamento, come già avviene per i medici.
  9. Riconoscimento del lavoro usurante del personale sanitario infermieristico, Ostetrico e OSS, così come discusso in Senato il giorno 8 Febbraio 2022, nella undicesima Commissione permanente su Lavoro pubblico e privato e previdenza sociale, che ad oggi rientrano soltanto tra i lavoratori sottoposti a lavori “gravosi”. Il riconoscimento del lavoro usurante consentirebbe di usufruire della pensione di anzianità con un minimo di 61 anni e 7 mesi di età e 35 anni di contributi più la quota di 97,6 (dato dalla somma dell’età e dell’anzianità di servizio).

A livello Nazionale chiediamo:

  1. Modifiche all’articolo 10), comma 5), della bozza di legge di Bilancio anno 2024, dove si trova riportato l’elenco delle specificità professionali “da valorizzare”, confermando l’inserimento in tale elenco della “specificità infermieristica”, già realizzato su nostra istanza, dopo la redazione della prima versione del documento, che non lo prevedeva, ed estendendo tale previsione anche alle altre professioni ex legge n. 43/2006. Quanto innanzi ai fini:
    a) dell’aumento del valore orario della paga base degli infermieri e professionisti sanitari ex legge 43/2006 e sua detassazione;
    b) dell’incremento dell’indennità di specificità infermieristica di cui all’aert 104 del CCNL 2029/21, prevedendone l’estensione anche alle ostetriche;
    c) dell’automatica collocazione degli infermieri, ostetriche e professioni sanitarie ex legge n 43/2006 nell’area elevata qualificazione del CCNL sanità;
    d) nell’individuazione di percorsi differenziati di attribuzione degli incarichi professionali agli infermieri e personale sanitario ex legge n 43/2006.
  2. Immediata estrapolazione degli infermieri e del personale sanitario ex legge n. 42/2006, dai destinatari dell’articolo 33), della bozza della Legge di Bilancio 2024, laddove viene previsto un taglio delle pensioni per coloro che hanno iniziato a lavorare prima del 1996, attraverso la modifica peggiorativa dell’aliquota oggi prevista.
  3. Modifiche all’articolo 42), commi 2) e 3) , della bozza di legge di Bilancio anno 2024, laddove viene prevista la “mera possibilità”, di aumentare fino a 60 euro l’importo orario delle prestazioni aggiuntive in favore del personale sanitario interessato, provvedimento peraltro sperequativo rispetto alla dirigenza medica, nei confronti della quale viene specificatamente indicato il valore orario delle relative prestazioni aggiuntive. Revisione del comma 3) implementando le risorse destinate al personale sanitario non medico.