Il sindacato di categoria infermieristica, Nursing Up, lancia un ulteriore sciopero di 24 ore in collaborazione e al fianco dei medici con Anaoo Assomed e Cismo-Fesmed, programmandolo per il 5 Dicembre prossimo.
Questa ulteriore protesta andrà ad aggiungersi alle manifestazioni dei giorni scorsi e allo sciopero organizzato nella giornata di domani, 17 Novembre 2023 dal Nursind. Gli infermieri ormai sono stanchi di non essere ascoltati da un Governo che aveva promesso ben altro, promesse che poi sono state del tutto disattese con l’ultima Legge di Bilancio.
In un comunicato stampa del Nursing Up, il Presidente De Palma rincara la dose, affermando ed elencando una serie di punti per i quali vale la pena scioperare e lottare per ottenere i propri diritti come categoria infermieristica: “da anni portiamo avanti l’idea che debba esistere, tra le tutte le professioni sanitarie, un ritrovato equilibrio, una solida unità di intenti, ognuno nel rispetto della propria professionalità, con un unico grande obiettivo comune: il rilancio del nostro sistema sanitario e la qualità della tutela della salute della collettività.
Mettere al servizio dei cittadini le proprie solide competenze, seppur differenti, come parte di un unico straordinario mosaico, collaborando al rilancio del SSN, rappresenta per tutti noi, da sempre, una priorità, anche se è evidente che troppo spesso non veniamo messi nella condizione di poterlo fare. E’ il momento di denunciare tutto questo, è il momento del cambiamento.
E questo sciopero è lo strumento per dire alle istituzioni che si deve voltare pagina!
Non può essere un caso che in un momento storico come questo, gli infermieri , le ostetriche e i professionisti sanitari ex legge 43/2006 che fanno capo al sindacato Nursing Up, e i medici che fanno capo ai sindacati Anaao Assomed e Cimo Fesmed, abbiano avuto la lungimiranza di unire le forze, mettendo da parte qualsiasi forma di personalismo, e abbiano deciso di “scendere simbolicamente in campo” fianco a fianco, per una giornata di sciopero che incarna il senso profondo della battaglia comune per la salute dei malati, dei soggetti fragili, degli anziani, dei bambini, dei cittadini tutti.
Perché le istituzioni capiscano, una volta per tutte che, attraverso questo sciopero, vogliamo tutti denunciare il malcontento e i disagi, vogliamo raccontare ai media e alla gente che non si può prescindere dalla valorizzazione delle professioni sanitarie, a cui ridare dignità, per rilanciare un sistema sanitario nuovo di zecca, degno di un Paese civile.
Il protocollo di intenti ha lo scopo di veder “combattere fianco a fianco” medici e infermieri attraverso l’organizzazione di uno sciopero nel quale incrociare le braccia, fermarsi, significa raccontare alla collettività che i professionisti sanitari sono a un punto di non ritorno e che invertire la rotta attraverso una attesa valorizzazione economico-contrattuale, vuol dire, da parte delle istituzioni, dimostrare di avere finalmente a cuore la salute dei cittadini.
Gli infermieri italiani e tutti gli altri professionisti sanitari dell’assistenza sono stanchi, logorati e arrabbiati e per questa ragione hanno deciso di mobilitarsi prima di tutto sul tutto il territorio nazionale attraverso manifestazioni di protesta e sit in, per ottenere dalla politica risposte chiare e precise alle richieste di valorizzazione delle professionalità infermieristiche e di quelle ex legge 43/2006.
Occorre individuare finalmente “risorse dedicate” alle professioni dell’assistenza , nei 2 miliardi e 300 milioni previsti per il nuovo contratto, al fine di raddoppiare l’indennità di specificità infermieristica e per allargare quest’ultima anche alle ostetriche.
Non tollereremo, lo abbiamo ribadito al Ministro della Salute in occasione del recente incontro, i possibili tagli alle pensioni dei quali si parla nella bozza di legge di bilancio 2024 !
Nessuno tocchi ciò che di legittimo spetta ai professionisti dell’assistenza!
Non smetteremo mai di sottolineare che in questo momento storico, diventa più che mai fondamentale la presa di coscienza da parte delle istituzioni della gravità della situazione in cui versa il nostro SSN, con quella voragine di infermieri che, come da nostro studio aggiornato, tocca nel 2022 la preoccupante cifra di 175 mila unità. E si tratta di stime elaborate in base a medie di riferimento allargate, perché riferite all’intera Europa e non al gruppo dei Paesi EU, nel qual caso la carenza raggiunge addirittura le 220 mila unità.
Il presente e il futuro della salute dei cittadini è legato saldamente alla valorizzazione delle professioni sanitarie. Chi osa mettere in dubbio tutto questo, non fa altro che privare, giorno dopo giorno, delle sue fondamenta un sistema sanitario già pericolosamente traballante“, conclude De Palma.