Lo sciopero di venerdì 17 ha registrato un livello di adesione davvero molto elevato. Gli infermieri hanno aderito per oltre il 75%, facendo sentire la propria voce e chiedendo un miglioramento delle condizioni lavorative, dello stipendio e, soprattutto, l’abrogazione dell’articolo 33 della bozza della Legge di Bilancio, relativamente alle pensioni.
Il segretario nazionale del Nursind, Andrea Bottega, si è detto molto soddisfatto e, in un comunicato stampa, ha affermato: “Il Governo ci ascolti, non può ignorare piazze così partecipate da Nord a Sud come quelle degli infermieri di oggi. Lo sciopero di 24 ore indetto dal Nursind solo da stamattina ha già visto l’astensione dal lavoro di circa il 75% del personale interessato, al netto, naturalmente, di chi doveva garantire i servizi essenziali.
Con attività ambulatoriali e sale operatorie sospese, i cittadini, purtroppo, stanno subendo grandi disagi, ma il vero problema è che la situazione eccezionale di oggi diventerà a breve la normalità . La nostra è una protesta sentita. Con un messaggio chiaro alle istituzioni: di questo passo il Servizio sanitario nazionale rischia di rimanere senza infermieri. Scenario che comporta un inevitabile scivolamento verso una privatizzazione dei servizi, i cui costi ricadranno, ancora una volta, sulle tasche delle persone. Una ragione in più per non arrenderci. Se le nostre istanze non verranno accolte, infatti, la protesta andrà avanti. La posta in gioco, e cioè la sopravvivenza della sanità pubblica, è troppo alta”.