Una situazione che ha portato gli Infermieri e gli OSS degli ospedali della Regione Toscana a prendere decisioni drastiche. Ferie non concesse, rientri a lavoro, straordinari (anche non pagati o pagati in ritardo), ordini di servizio e sospensione delle ferie aziendali: sono questi i motivi alla base della protesta.
E, in tutto ciò, non abbiamo parlato dello stipendio e dell’articolo 33 contenuto nella manovra sanità, a dir poco ridicolo. L’esasperazione del personale è alle stelle, così come la stanchezza.
In un lungo post pubblicato sul quotidiano online “Il Tirreno”, la CGIL Firenze, CGIL ASL Toscana Nord Ovest, il Nursind e il coordinatore dell’OPI Regionale Giovanni Grasso, hanno espresso le ragioni alla base della protesta del personale infermieristico, affermando: “Abbiamo fatto assemblee con infermieri ed operatori socio sanitari negli ospedali. Lo dico chiaro: c’è esasperazione, sono stanchi. Stiamo organizzando proteste eclatanti: saliremo sui tetti degli ospedali, saranno date simboliche dimissioni di massa.
Ogni territorio organizzerà la sua protesta, forte. Dobbiamo farci sentire. Il personale lavora ad organico ridottissimo, salta il riposo e di frequente è costretto a rinunciare alle ferie. È facile verificare quanto diciamo: si controlli la spesa per gli straordinari, l’orario aggiuntivo e i giorni di ferie non fatti.
La situazione è la stessa in tutta la regione. C’è una norma nazionale voluta da Berlusconi nel 2010 che prevede che non si possa spendere in personale della sanità più del 2004, tolto l’ 1,4%. La Toscana si discosta da questo parametro e impedisce alla Regione di coprire il turn over. Abbiamo il sistema sanitario “più pubblico” d’Italia, chiaramente per me è positivo, ma come conseguenza quando il fondo sanitario viene definanziato su noi pesa molto di più. È una condizione che ci mette in difficoltà. Se la Regione copre il turn over rischia il commissariamento.
I maggiori problemi si registrano nei piccoli ospedali, a Livorno e ad Arezzo. A Livorno con l’ospedale diviso in padiglioni è come organizzare una macchina che va a carbone. Per non parlare di Cecina, Volterra Piombino. La nostra sarà una campagna precisa “Salviamo la sanità Toscana”. Per la nostra regione la primavera dal punto di vista dei conti sarà molto difficile”.
Prosegue il Nursind: “La situazione è di una carenza cronaca di infermieri. A infermieristica sono stati aumentati i posti ma sono diminuite le domande. I ragazzi conoscono quali sono i carichi di lavoro e sanno che la paga è la più bassa rispetto agli standard europei. Se pensiamo a cosa accadrà entro fine mese c’è da aver paura. Difficilmente saranno reintegrati coloro che andranno in pensione. Il rischio è che aspettando l’anno prossimo ad uscire la stessa persona possa avere 300 euro lorde in meno al mese, da 1.400 euro a 1.100 euro. È chiaro che chi ha i requisiti anche se avesse voluto lavorare qualche mese in più, se ne va”.
“L’argomento delle assunzioni è sindacale ma è chiaro che anche l’Ordine sta sollecitando interventi per evitare una carenza di infermieri straordinaria. Si parla, il dato è della Federazione nazionale degli infermieri, di 65mila in Italia, 3.334 in Toscana. Ne abbiamo parlato in Regione, in particolare con l’assessore alla sanità Simone Bezzini che ha molto chiara la situazione e sta facendo di tutto per incrementare le assunzioni. Le difficoltà sono del resto sotto gli occhi di tutti”.