Dopo le manifestazioni dei giorni scorsi, gli scioperi e le prese di posizione da parte delle istituzioni di categoria e dei sindacati, il Governo avrebbe pronto un nuovo emendamento per quanto riguarda la modifica all’articolo 33 della manovra di bilancio.
Come detto anche da Schillaci, Ministro della Salute, non si è arrivati ad una cancellazione dello stesso ma ad una modifica che, comunque, continua a non piacere a medici, infermieri e operatori sanitari. Sono state approvate tutta una serie di modifiche ossia: le pensioni di vecchiaia sono salve e non ci sarà alcun taglio o penalizzazione, la riduzione del trattamento pensionistico sarà applicata solo alle pensioni anticipate a partire dal 2024.
Le penalizzazioni si applicheranno a partire dal 2024 per tutti coloro i quali chiederanno gli assegni anticipati. Queste penalizzazioni potrebbero essere rese meno “aspre”, per gli infermieri, se gli stessi decidano di continuare l’attività lavorativa posticipando il pensionamento. Ciò si traduce in una riduzione di 1/36 per ogni mese in cui si presta servizio dalla prima data utile fino ad arrivare all’azzeramento delle penalizzazioni dopo 3 anni.
Ed è in questo modo che si configura la cosiddetta quota 46. La prima data utile per il pensionamento è rimasta invariata, ossia 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini, 41 anni e 10 mesi per le donne.
Ma non è tutto. Sono state modificate anche le finestre per l’accesso al trattamento pensionistico:
- nel 2024 decorre a partire dal 3° mese;
- 4 mesi per il 2025;
- 5 mesi per il 2026;
- 7 mesi nel 2027;
- 9 mesi a partire dal 2028.