Pronte disponibilità: dietrofront anche in Liguria

11 mesi ago

Nei mesi scorsi vi abbiamo segnalato il caso delle pronte disponibilità per i servizi attivi 24 ore su 24 e la probabilità che le stesse potessero essere introdotte in Emilia Romagna, nello specifico per tutti i dipendenti dell’AUSL Romagna.

Dopo le proteste degli infermieri, affiancati dai sindacati di categoria, l’AUSL Romagna aveva predisposto per l’annullamento della proposta.

Nei giorni scorsi si è verificata una situazione simile anche in Liguria e, anche in questo caso, grazie alle proteste continue dei colleghi, l’ASL ha abbandonato la proposta. Come si legge anche in un comunicato stampa del sindacato infermieristico Nursing Up: “il sindacato Nursing Up dimostra di essere sempre più baluardo della legalità in relazione alla delicata attività quotidiana dei professionisti dell’assistenza nelle corsie dei nostri ospedali.

In un “caldissimo” momento storico come quello attuale per la sanità italiana, non possiamo permetterci di cedere di un solo millimetro rispetto alle legittime istanze che riguardano la nostra professione.

Figuriamoci, poi, se in situazioni di grave disagio organizzativo e di fronte ad una carenza di personale che si allarga a macchia d’olio, le aziende sanitarie, per tappare le falle, avanzano oltre tutto pretese che rischiano di rappresentare una ulteriore spada di Damocle sulle nostre teste e che soprattutto in alcuni casi non rispettano le norme contenute nell’ultimo contratto. Ci riferiamo al delicato caso delle pronte disponibilità che tiene banco da Nord a Sud.

Era accaduto prima in Emilia Romagna, dove, dopo le nostre legittime proteste, l’Azienda Ausl Romagna aveva fatto marcia indietro sulla discutibile possibilità di introdurre delle pronte disponibilità anche per i servizi attivi 24 ore su 24.

Dall’Emilia alla Liguria, territori differenti, ma con il medesimo rischio di ritrovarsi con pronte disponibilità che rischiano di minare ulteriormente la serenità fisica e psicologica dei nostri professionisti. Le infermiere e gli infermieri delle tre Rianimazioni del San Martino aderenti al nostro sindacato hanno manifestato contro la decisione della direzione sanitaria di richiedere al personale una “pronta disponibilità”, quindi la possibilità di essere richiamati al lavoro in situazioni di emergenza, a fronte del pagamento di 1,80 euro l’ora.

Era una possibilità che esisteva già su base volontaria, le aziende sanitarie avevano pensato di introdurre l’obbligatorietà: tutto questo sarebbe diventato ovviamente insostenibile a fronte di situazioni già pesanti di carenza di personale e continui straordinari.

Dopo la protesta degli infermieri del Nursing Up, continua De Palma, la Direzione del San Martino ha annunciato ufficialmente l’intenzione di ritornare alle regole precedenti, ovvero pronte disponibilità solo su base volontaria. Ce lo riferiscono i nostri coordinatori regionali, con tanto di circolare emessa dalla Direzione Sanitaria.

Un dietro front, quello della Direzione del San Martino di Genova, che dimostra apertamente l’impegno, la concretezza e l’efficacia dell’azione del Nursing Up, da Nord a Sud, a tutela della difesa dei diritti degli infermieri e di tutti gli altri sanitari ex legge 43/2006″, conclude De Palma.