9 mesi ago

L’infermiere palliativista è una figura professionale che si occupa di assistere le persone con malattie inguaribili e le loro famiglie, offrendo loro cure palliative. Le cure palliative sono un approccio olistico e multiprofessionale che mira a migliorare la qualità della vita dei pazienti e dei loro cari, attraverso la prevenzione e il sollievo dalla sofferenza, il controllo dei sintomi, il supporto psicologico, emotivo e spirituale, e l’accompagnamento al fine vita1.

L’infermiere palliativista ha un ruolo fondamentale nell’équipe delle cure palliative, in quanto è il professionista che ha una maggiore vicinanza e continuità con il paziente e la sua famiglia. L’infermiere palliativista deve essere in grado di:

  • Valutare i bisogni espressi e inespressi del paziente e della sua famiglia, in modo da pianificare e attuare un piano di assistenza personalizzato e condiviso.
  • Gestire i sintomi fisici, in particolare il dolore, utilizzando le terapie farmacologiche e non farmacologiche più appropriate, monitorando la loro efficacia e tollerabilità.
  • Comunicare in modo empatico, chiaro e veritiero con il paziente e la sua famiglia, fornendo informazioni adeguate, ascoltando le loro domande, paure, speranze e desideri.
  • Sostenere il paziente e la sua famiglia nel processo di accettazione della malattia e della morte, rispettando i loro valori, credenze e preferenze.
  • Collaborare con gli altri membri dell’équipe delle cure palliative, con il medico di medicina generale e con gli altri operatori sanitari coinvolti nell’assistenza, garantendo la continuità e l’integrazione delle cure.
  • Prendersi cura di sé stesso, riconoscendo, rispettando e sviluppando le proprie caratteristiche personali e professionali, e affrontando lo stress e il burnout derivanti dal lavoro in cure palliative.

L’infermiere palliativista è quindi un professionista che mette in campo non solo le sue competenze cliniche, ma anche la sua capacità di caring, di prendersi cura della persona nella sua globalità e autonomia, di privilegiare la qualità della vita che resta da vivere, e di entrare da vivo nella morte.

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