Non si è fatto attendere il comunicato stampa da parte dell’OPI di Trento in merito alle dichiarazioni rilasciate nei giorni scorsi dal Direttore Generale dell’APSS Antonio Ferro che aveva affermato che i nuovi ingressi di personale infermieristico e medico, nell’anno 2022/2023, erano stati maggiori rispetto alle dimissioni.
L’OPI Trento, come riportato dal quotidiano online “l’Adige”, ha commentato: “Una valutazione meramente quantitativa di un + 7% di infermieri in Apss, confrontando i dati pre–CoViD-19 con l’anno 2023, seppur oggettiva, è evidentemente riduttiva, banalizza l’attuale situazione di sofferenza in cui si trova il sistema sanitario provinciale e soprattutto offende gli infermieri, che in più occasioni, anche recenti, hanno manifestato la loro crescente preoccupazione e demotivazione.
Per dare significato a questi dati e per un’analisi accurata è imprescindibile integrare elementi di contesto e qualitativi che caratterizzano il nostro territorio provinciale, soprattutto le variabili che determinano un aumento del fabbisogno di professionisti sanitari e richiedono livelli di qualificazione sempre più elevati, per garantire risposte di salute sicure e di qualità : aumento esponenziale della domanda di prestazioni, di cura e di presa in carico di situazioni complesse e/o instabili dal punto di vista clinico-assistenziale e sociale; potenziamento di strutture sanitarie e aumento di nuovi servizi; irrinunciabilità della relazione, considerata essa stessa tempo di cura, come affermato anche dal codice deontologico degli infermieri.
È necessaria una presa di consapevolezza istituzionale della situazione, requisito essenziale per avviare un percorso virtuoso di riforma del sistema sanitario provinciale, a partire dall’assistenza territoriale, e di una politica del personale basata sull’assunto che i professionisti sanitari sono il patrimonio del sistema salute, sui quali investire attraverso strategie concrete di attrattività e trattenimento, andando oltre i ringraziamenti e il marketing.
Con la consapevolezza della situazione, associata alla responsabilità istituzionale di garantire il diritto alla salute dei cittadini e alla possibilità di sperimentare innovazioni grazie all’opportunità dello Statuto speciale di autonomia della nostra Provincia, invertire la rotta è ancora possibile”.