Crisi professioni sanitarie: verso strategia europea

Quella che ha colpito gli infermieri e tutte le professioni sanitarie sembra una crisi senza precedenti, tant’è che le istituzioni hanno iniziato a cercare attentamente delle possibili soluzioni. E, quindi, l’Unione Europea ha messo in campo un piano d’azione.

Come riportato dal comunicato stampa FNOPI: “L’Unione Europea mette in campo quattro azioni strategiche per far fronte alla crisi ormai globale della forza lavoro sanitaria: reclutamento; “trattenimento”; reintegro da altri settori; aumento delle competenze.

Molti Paesi, sottolinea l’UE secondo quanto spiega un editoriale sulla rivista internazionale EuroHealth, hanno una carenza di professionisti sanitari e queste carenze sono il risultato di diversi fattori tra cui:

a) il COVID-19, che ha spinto molti professionisti sanitari ad abbandonare il settore;
b) le discrepanze tra richiesta e domanda di cui un tipico esempio è il “deserto sanitario” che caratterizza le parti rurali di quasi tutti i Paesi Europei;
c) la mancanza di pianificazione che sfocia in un marcato skill-gap (particolarmente rilevante è il divario riguardo le competenze digitali);
d) le dispute nel mercato del lavoro che hanno condotto molti lavoratori del settore sanitario a intraprendere azioni di sostegno per il salario e le condizioni di lavoro.

Nel dettaglio le quattro aree di azione previste dall’Unione Europea riguardano:

  1. Il reclutamento (recruiting) che cerca di allineare domanda e richiesta nei diversi mercati del lavoro anticipando future necessità di professionisti sanitari e investendo nella loro educazione e stabilendo una governance tra diversi settori sanitari per coordinare l’educazione, la finanza e le iniziative sanitarie in maniera efficace.
  2. Il retaining (“trattenimento”) che ha l’obiettivo di assicurare che le professioni sanitarie rimangano nel settore salute. Tale strategia si proietta al di là di una giusta remunerazione e coinvolge iniziative per la prevenzione di malattie infettive e croniche per il personale sanitario e la prevenzione della violenza contro i professionisti sanitari: tema di rilevante portata in tutti i Paesi Europei. Inoltre, dotare le strutture sanitarie di asili nido e creare condizioni di lavoro family-friendly per migliorare il bilanciamento famiglia-lavoro sono essenziali per raggiungere l’obiettivo di far rimanere le professioni sanitarie nel settore.
  3. Il reintegro da altri settori, che si focalizza su programmi disegnati per facilitare il ritorno di professionisti che si sono distanziati dal settore sanitario e coinvolge la necessità di fornire competenze aggiornate a questi professionisti rimasti per diversi motivi fuori dal mercato del lavoro o che sono andati verso altri settori o professioni. Questa strategia, poco utilizzata, è invece importante visto l’elevato numero di professionisti sanitari che transitano verso altri settori. Solo in Germania 300.000 operatori sanitari sono andati a lavorare in altri settori.
  4. L’aumento delle competenze (Re-skilling), che coinvolge l’adattamento di curricula vocazionali, per creare nuovi ruoli e professioni e riqualificare attraverso l’acquisizione di competenze i professionisti sanitari. Le iniziative di re-skilling possono supportare nuovi modelli di assistenza. Sono molto importanti per l’assistenza primaria e l’integrazione sanitaria e per promuovere il lavoro in team”.