Contratto 2022-2024: aumenta l’indennità infermieristica

Tra una settimana circa si terrà il primo incontro per il rinnovo dei contratti sanità 2022-2024 e, dopo un’iniziale preoccupazione circa le risorse limitate che potranno essere utilizzate, sembra che ci siano buone possibilità di vedere un’aumento dell’indennità di specificità infermieristica.

Nei mesi scorsi se n’era parlato spesso, specie tra i maggiori esponenti della politica, tra cui Orazio Schillaci che aveva affermato di essere a lavoro e particolarmente d’accordo per un incremento dello stipendio infermieristico. L’utilizzo delle risorse per l’indennità di vacanza maggiorata aveva fatto un po’ preoccupare gli addetti ai lavori.

In un comunicato stampa rilasciato dal Nursing Up, si percepisce una positività inaspettata: “Solo da poche ore, in vista della prima giornata della tornata contrattuale prevista per il prossimo 20 marzo, abbiamo nelle mani la bozza dell’atto di indirizzo del Comitato di Settore e, visti i contenuti che emergono dal documento, possiamo di certo esprimere moderata soddisfazione per quanto sta accadendo.

Il Comitato di Settore ha detto sì alla nostra esplicita richiesta di aumentare l’indennità di specificità infermieristica e anche di ritoccare in positivo quella destinata agli altri operatori sanitari.

Tutto questo sarà contenuto nel prossimo contratto, come abbiamo avuto occasione noi di chiedere specificatamente durante l’incontro con il Presidente Marco Alparone, in merito al quale fummo già all’epoca molto ottimisti. 

Il Comitato di Settore ha detto, infatti, sì alla previsione di un ulteriore aumento della parte variabile dell’indennità professionale di base, e tutto questo si rivela compatibile ovviamente con il fatto che le risorse a disposizione sono limitate (ci sono solo 500 milioni, dal momento che un miliardo è già andato via a causa dell’indennità di vacanza maggiorata).

Non possiamo che riconoscere, con questo atto di indirizzo, che il Presidente Alparone, senza dubbio alcuno, ha mantenuto fede agli impegni presi verso di noi e si è assunto responsabilità di non poco conto.

Questo atto di indirizzo prevede infatti che il contratto debba tenere in debita considerazione particolari condizioni di lavoro e che debba avere attenzione nell’adottare provvedimenti mirati ad arginare il fenomeno dell’abbandono da parte dei professionisti della salute. Naturalmente ora la palla passa alle parti contrattuali, che dovranno fare in modo di applicare questi principi, che per fortuna sono stati declinati all’interno di questo documento. 

Ovviamente non possiamo che riconoscere che, questo atto di indirizzo, seppur nei limiti di risorse come noto assai limitate, e che non smetteremo mai di dire andrebbero integrate, rappresenta un punto di partenza molto equilibrato che consentirà all’Aran e ai sindacati, se sceglieranno di fare bene il proprio lavoro, di portare a casa risultati concreti.

Ci sono naturalmente delle criticità, perché l’atto di settore prevede un tentativo di ingerenza sulle pronte disponibilità. A tal proposito daremo battaglia e faremo sentire la nostra voce, come in passato, perché si tratta di un limite assolutamente non superabile, a tutela della salute psico-fisica degli operatori sanitari, senza dimenticare che, superando tale limite si mette a repentaglio non solo la salute degli operatori sanitari stessi, ma anche la qualità delle prestazioni sanitarie offerte ai cittadini, che rischiano di essere assistiti da professionisti che non sono nel pieno delle proprie energie e non sono messi nella condizione di dare il meglio delle proprie competenze ai malati”.