E’ partito oggi il tavolo delle trattative per il rinnovo contrattuale della sanità 2022-2024 e, tra le altre, si spera che l’indennità di specificità infermieristica possa subire un rialzo rispetto a 2 anni fa, dando un lieve incremento agli stipendi italiani, fermi al palo da anni rispetto alla media europea.
Nei giorni scorsi anche l’assessore al Welfare della Regione Lombardia aveva analizzato la situazione stipendi, affermando di essere a lavoro per fornire incentivi agli infermieri in modo da adeguare, almeno in parte, la retribuzione.
Il Nursing Up, affidandosi alle parole del Presidente Antonio De Palma, ha riassunto le proprie richieste relative alle trattative per il rinnovo contrattuale. In un comunicato ufficiale, infatti, si legge: “Indispensabile aumentare l’indennità di specificità infermieristica e degli altri professionisti sanitari, il compenso previsto per gli incarichi professionali di base. Sono queste solo alcune delle richieste con le quali la delegazione del Nursing Up si presenterà oggi al tavolo delle trattative che condurrà alla definizione del nuovo contratto della sanità 2022-2024.  Ci aspettano tempi di delicato lavoro, nel confronto con l’ARAN e con gli altri sindacati, che al di là delle possibili divergenze, sarà  all’insegna della piena coerenza con gli intenti che portiamo avanti da anni.
Attraverso l’atto di indirizzo, adottato dal Comitato di Settore, sono state poste premesse quanto mai concrete per quella che, confidiamo, possa essere una evoluzione della realtà contrattuale degli infermieri e degli altri professionisti dell’area non medica, nell’atteso percorso di valorizzazione che, per il bene della collettività e per la qualità stessa del nostro sistema sanitario, non può più attendere.
Certo, le risorse non sono sufficienti rispetto al bisogno, e quindi bisognerà lavorare con quel poco che resta, perché gran parte dei soldi per il rinnovo è stato assorbito dalla maxi indennità di vacanza contrattuale già anticipata a dicembre.Â
Ma con l’ atto di indirizzo, il Presidente del Comitato di Settore, dott. Marco Alparone, ha aperto la strada con risposte positive alle richieste che gli furono da noi espressamente rivolte durante i nostri incontri, e che oggi sentiamo di dover e voler ribadire con forza.
Chiediamo, come detto, prima di tutto l’aumento dell’indennità di specificità infermieristica, e quella destinata agli altri professionisti sanitari.
E’ indispensabile individuare una indennità sostituiva per le ostetriche, a cui spetterebbe a pieno titolo, lo ribadiamo da tempo ed in quanto professionisti dell’assistenza, quella infermieristica.
Occorre lavorare sulla norma contrattuale, allo stato di difficile applicazione, che favorisce i genitori entrambi turnisti, facendo si che possa effettivamente essere applicata secondo le esigenze degli interessati.Â
Ed ancora, ma li citiamo solo come esempio, nel lungo elenco di richieste che abbiamo fatto avere all’ARAN, chiediamo di creare le condizioni per un aumento del compenso previsto per gli incarichi professionali di base dei professionisti sanitari, una differenziazione dell’indennità di pronto soccorso in base alle qualifiche professionali, per la quale ci sono oggi circa 140 milioni di euro, privilegiando le professioni infermieristiche e sanitarie.
Occorre che il contratto imponga un giro di vite sull’uso degli straordinari e della pronta disponibilità da parte degli Enti, che troppo spesso vengono considerati come strumenti di ordinaria programmazione del lavoro, frustrandone completamente lo scopo.
Insomma, siamo fronte ai capisaldi delle nostre battaglie, alle ragioni profonde che ci hanno portato nelle piazze, problemi quotidiani, che ancora oggi caratterizzano la vita nelle corsie dei professionisti dell’assistenza, come le ferie saltate ed il demansionamento.Â
Da anni lavoriamo su indagini allarmanti relative alle patologie da stress che fanno parte, tristemente, della realtà lavorativa degli infermieri e dell’altro personale di assistenza, in particolare i turnisti, come la sindrome di burnout.
E’ giunto il tempo di rimboccarsi le maniche, perché sia chiaro, più che mai oggi nel giorno dell’inizio delle trattative, che in ballo, nel percorso che ci condurrà al nuovo contratto 2022/2024, non ci sono solo le legittime aspettative dei professionisti sanitari italiani, ma la salute dell’intera collettività “, conclude De Palma.