Un Sistema sanitario nazionale in profonda crisi. Una crisi dalla quale sembra davvero molto difficile uscirne e, per questo ed altri motivi il 9% dei medici e il 14% degli infermieri dichiarano l’intenzione di lasciare del tutto la propria professione.
E’ quanto è emerso dal progetto europeo Meteor, effettuato in Belgio, Paesi Bassi, Polonia e Italia e presentato nell’ambito della XVIII edizione della Giornata europea dei diritti del malato. Come riportato dal quotidiano online “Nursind Sanità ”, Domenica Matranga, professoressa ordinaria di Statistica medica presso l’Università di Palermo e partner progetto Meteror, ha dichiarato, preoccupata:
“Sono maggiormente a rischio gli operatori sanitari più giovani e coloro che lavorano sotto stress, in contesti ospedalieri caratterizzati da carenze organizzative e inadeguatezza di attrezzature e materiali e da un clima interno poco collaborativo e stimolante. Tra le politiche in grado di trattenere la forza lavoro sanitaria, lo studio ha evidenziato come più efficaci quelle a sostegno del personale, la formazione mirata e specifica per la leadership, la retribuzione competitiva, l’alleggerimento del carico burocratico e l’adeguamento delle piante organiche”.
Nel corso della conferenza, Valerio Fava, ha affermato: “Poco meno della metà è soddisfatto del proprio percorso professionale ma in egual misura si dice insoddisfatto del proprio ambiente di lavoro che stimola poco o per niente la realizzazione personale e la crescita professionale. Oltre il 40% dichiara di avere carichi di lavoro insostenibili e quasi un terzo denuncia di essere stato vittima, negli ultimi tre anni, di aggressione (verbale o fisica) da parte degli utenti. Nonostante queste difficoltà , i professionisti sanitari credono fermamente nel valore del Ssn e nella salute come bene pubblico, perché pensano di poter contribuire al benessere della comunità (71,6%). Soprattutto, la maggioranza (83,5%) crede che ogni persona debba avere diritto alle cure di cui ha bisogno indipendentemente dalla gravità delle patologie o dal costo delle cure”.