Un grido d’allarme quello lanciato dagli infermieri in servizio presso il carcere di Sollicciano, in Toscana.
Denunciano la carenza di personale e le violenze verbali e fisiche subite da inizio anno con due semplici parole: “Abbiamo paura”. Si lamentano della scarsa tutela da parte dell’amministrazione penitenziaria. Basti pensare alla quantità esagerata di accessi impropri all’infermeria del carcere di reclusi non accompagnati dagli agenti. Si parla di un numero vicino ai 50-70 accessi quotidiani.
Tutto ciò con un contorno di carenza di personale (sia infermieristico che di polizia penitenziaria) che non fa altro che aggravare ancor di più la già carente situazione. Salvatore Sequino, coordinatore Toscana Centro del Nursind, in una nota ha affermato: “Sugli accessi impropri all’infermeria: ciò comporta oltre all’interruzione delle attività in corso con relativo rischio di errore, a un aumento esagerato dei carichi di lavoro. Senza dimenticare il rischio di aggressioni, spesso verbali e a volte anche fisiche.
Nel 2023 ci sono state 38 segnalazioni di aggressioni a infermieri e Operatori sociosanitari. Numeri importanti, ai quali vanno aggiunte decine di offese verbali e minacce che i colleghi non hanno voluto mettere nero su bianco. E dall’inizio dell’anno sono già i casi che ci sono stati riferiti.
La situazione è fuori controllo, servono interventi. Sarebbe opportuno un incontro con la direzione del carcere di Sollicciano per concordare una ridistribuzione degli spazi interni dedicati all’assistenza sanitaria affinché questi colleghi non siano alla mercé dei detenuti”.