Mentre in Italia lo stipendio medio di un infermiere si trova agli ultimi posti rispetto alla media europea, sono proprio i paesi europei ad alzare il tiro, offrendo offerte di lavoro da favola per rilanciare i propri sistemi sanitari.
E, in tutto ciò, continua ad acuirsi la carenza di personale infermieristico ormai spinto verso altre mete dove la figura viene valorizzata dal punto di vista della crescita professionale e dove gli stipendi permettono di vivere una vita dignitosa. Parliamo, ad esempio, della Norvegia, della Germania ma anche della Svizzera e dell’Inghilterra.
Il Nursing Up ha analizzato la situazione degli ultimi mesi e, in costante monitoraggio, ha rilasciato un comunicato stampa: ” Mentre l’Italia, inspiegabilmente, forma e assicura cervelli e competenze per tutto il vecchio continente, i Paesi Europei “nostri vicini di casa” puntano senza mezzi termini al rafforzamento dei propri sistemi sanitari. La carenza di professionisti non è solo una piaga italiana, ma le altre nazioni, nell’ultimo biennio, sono state capaci di affrontarla in maniera nettamente diversa rispetto a noi.
Il comune denominatore della sanità europea è non solo quello di rinforzare numericamente gli organici degli ospedali pubblici, ma anche di garantire maggiore efficienza al di fuori delle proprie strutture ospedaliere, in quelle realtà ambulatoriali che fanno parte dei sistemi sanitari nazionali, e garantiscono servizi come le cure domiciliari che, ad esempio, in Paesi come la Svizzera sono all’avanguardia, con la continua ricerca di personale specializzato nella gestione delle malattie croniche.
Proprio parola specializzazione è quella che in questo momento accomuna le politiche sanitarie di paesi quali Germania, Svizzera, Olanda, Norvegia.
Gli ospedali pubblici, in particolar modo, cercano infermieri strumentisti, infermieri di sala operatoria, infermieri pediatrici, infermieri che hanno lavorato in neurologia e infermieri esperti in terapia intensiva e reparti di emergenza-urgenza.
Per coprire questi incarichi di responsabilità, i Paesi appena citati hanno alzato decisamente il tiro delle proprie proposte economiche, aumentando vertiginosamente il gap con l’Italia, che a livello di retribuzioni per i professionisti dell’assistenza non si è mossa di un solo millimetro negli ultimi anni.
Abbiamo provato a fare una ricerca dettagliata, ricavando una panoramica delle offerte di lavoro aggiornate al mese di maggio: naturalmente le agenzie con cui siamo in contatto, quali Linguedo, Global Working e Man Power Svizzera ci hanno confermato che i professionisti italiani sono sempre i più graditi. Quando gli italiani presentano le proprie candidature c’è sempre la convinzione di essere di fronte a infermieri con una marcia in più.
Ed ecco che dalla Germania, in Baviera, scatta la ricerca di infemieri per terapia intensiva e stroke unit. Si propone un corso di lingua gratuita, alloggio convenzionato ad un prezzo molto basso offerto dall’ospedale, stipendio di 3500 euro netti esclusi straordinari. Mai la Germania in passato aveva presentato offerte del genere ai professionisti sanitari stranieri.
Dalla Germania passiamo all’Olanda, dove lo stipendio medio può arrivare a 2800 euro mensili netti. Si offrono contratti di 18 mesi rinnovabili, la ricerca qui è addirittura rivolta a neolaureati italiani.
Le proposte economiche di un altro pianeta sono però come sempre quelle di Svizzera e Norvegia.
Un infermiere che lavora nel Ticino può arrivare, secondo le nostre indagini recenti, a 4500 euro netti mensili: le offerte che abbiamo visionato riguardano nel mese di maggio città come Lugano e Mendrisio, a due passi dall’Italia. Immaginate la legittima tentazione per un infermiere lombardo quale possa essere.
La Norvegia è ben più lontana, ma i 60mila euro annui offerti, con alloggio e bollette pagate, sono un sogno da tenere in considerazione e non sono pochi i giovani professionisti della sanità italiana che hanno scelto la terra dei fiordi.
In conclusione l’Europa a differenza dell’Italia pare avere compreso davvero quale sia la strada da percorrere per rilanciare i propri sistemi sanitari ed elevare il livello delle cure: le parole d’ordine sono talento e specializzazione. La qualità delle prestazioni sanitarie, ovunque, può solo essere garantita dagli uomini e dalle donne con solide competenze, capaci di gestire elevate responsabilità e vincere le nuove sfide della salute globale“, conclude De Palma.