FNOPI aderisce al manifesto per la sanità digitale promosso da AIIC e SIT

Nel corso del Convegno Nazionale dell’AIIC (Associazione Italiana Ingegneri Clinici) la FNOPI ha deciso di aderire al manifesto per la sanità digitale denominato “Manifesto – La telemedicina che vorrei” promosso anche dalla SIT (Società Italiana di Telemedicina).

Nel comunicato ufficiale della FNOPI si legge: “Il documento che si sviluppa in 10 parole chiave, ovvero Visione, Etica, Inclusività, Formazione, Controllo, Interoperabilità, Scienza, Diritto, Architettura, Sicurezza ha posto le basi per dare vita a una piattaforma di riferimento nella costruzione di un’ecosistema digitale che risponda ai bisogni di cronicità e si sviluppi sul territorio, in prossimità.

Tutti i rappresentanti di Federazioni e società scientifiche intervenuti alla sessione di venerdì 17 maggio dal titolo “La Telemedicina che vorrei: un manifesto per il servizio sanitario nazionale” ne hanno sottolineato l’importanza, soprattutto nell’ottica di un confronto aperto attraverso il quale raccogliere spunti e rendere il documento sempre più completo e utile per i professionisti sanitari e per i cittadini.

Il consigliere nazionale FNOPI Pietro Giurdanella, presente alla tavola rotonda, nel suo intervento, oltre a sottolineare “la volontà della Federazione di esserci” ha fatto i complimenti ai promotori “per essere riusciti a mettere insieme tutti i pezzi del sistema perché il modo migliore per gestire la complessità è creare la rete. Sottoscriviamo tutti i punti. Mi preme evidenziare la parola “architettura”: il modello organizzativo clinico è fondamentale. In un nostro recente position abbiamo affrontato l’aspetto dell’evoluzione organizzativa. Evidenzio anche il tema dell’inclusività. Come FNOPI abbiamo messo in guardia sull’indispensabilità di portare a bordo, in questa trasformazione, i cittadini per scongiurare nuovi problemi come la fragilità digitale. Il potere trasformativo della sanità digitale non dobbiamo perderlo, ma dobbiamo cambiare il nostro modo di lavorare mentre i cittadini dovranno modificare i loro approcci con il sistema salute e anche il contesto organizzativo dovrà mutare. La sfida è allineare questi tre aspetti, mettendo, dal punto di vista formativo, allo stesso tavolo i professionisti sanitari”.