Una situazione paradossale quella che si sta verificando nell’Unità Operativa del Blocco operatorio dell’Ospedale Giovanni Paolo II di Ragusa.
Come riportato da un comunicato stampa del Nursind, sarebbero ben 15 su 17 gli operatori in servizio presso il blocco operatorio che avrebbero chiesto il trasferimento presso altre Unità operative. Le richieste hanno tutte un denominatore comune: il personale, già a partire dal 2019, avrebbe richiesto l’intervento della Direzione in merito ad alcune problematiche che, nel corso di questi anni, si sono acuite.
Problematiche che non sono mai state affrontate e che hanno portato al malcontento del personale, arrivato a chiedere il trasferimento in massa verso altre U.O. Tra queste l’ampliamento dell’attività lavorativa in assoluta carenza di personale infermieristico.
Nella nota del sindacato, riportata anche dal quotidiano online “La Sicilia”, si legge: “È una decisione sofferta perché per lungo tempo si è lavorato con grande spirito di sacrificio e abnegazione. Ma la situazione è divenuta da tempo estremamente difficile col rischio di ripercussioni sull’assistenza ai pazienti. Se un tempo sul complesso operatorio di Ragusa insistevano solo tre branche chirurgiche, ovvero chirurgia, urologia e senologia, negli anni si sono aggiunte anche gastroenterologia e ginecologia sia con interventi di altissimo livello sia con attività precedentemente svolte in sala parto.
L’aumento progressivo del carico di lavoro non è andato però di pari passo con l’aumento di personale, anzi. Negli ultimi anni la Direzione sanitaria di presidio ha progressivamente diminuito per trasferimento le unità infermieristiche sottraendone cinque.
La situazione è paradossale la cosa che ci preoccupa ancora di più è il silenzio da parte del direttore sanitario e dei soggetti a cui è stata comunicata la richiesta di trasferimento, quasi a voler ignorare il problema sminuendo il ruolo dei professionisti”.