Rinnovo contratto sanità: l’ARAN vorrebbe abbassare il compenso sulle prestazioni aggiuntive

Si è conclusa da poco la quarta giornata per il rinnovo del contratto sanità relativo agli anni 2022-2024 ed i segnali sono tutt’altro che positivi.

Come riportato dal Nursing Up in un comunicato stampa: “Si è appena conclusa  la quarta giornata di trattative nell’ambito del percorso che conduce al nuovo Contratto della Sanità 2022-2024, e non si è fatto attendere il pressing del sindacato di categoria all’ARAN, l’Agenzia Negoziale delle Pubbliche Amministrazioni, che conduce le trattative in corso per il rinnovo contrattuale. 

Questo è tempo di fatti basta con la mera retorica!

Rispondere positivamente alle nostre richieste, sostiene il leader, è un modo reale e concreto per dimostrare che quella volontà di valorizzazione e tutela delle professioni infermieristiche e sanitarie ex legge 43/2006, non resti solo un mero precetto scritto nell’atto di indirizzo del Comitato di Settore, o negli sterili proclami di uno o di altro personaggio politico a seconda delle circostanze.

E se l’ARAN dovesse fare orecchie di mercante, allora saremo pronti a chiamare in ballo Governo, Regioni e Comitato di Settore! Al tavolo contrattuale di oggi, nell’ambito delle tematiche che l’ARAN ha messo in discussione, la delegazione Nursing Up ha proposto:

– UNA NUOVA NORMA, CHE INTRODUCA UNA DISTINZIONE CONTRATTUALE  TRA “ATTIVITA’ CLINICO ASSISTENZIALE ED ATTIVITA’ FORMATIVA”, NELL’AMBITO DELL’ATTUALE ORARIO DI LAVORO ORDINARIO PARI A 36 ORE A SETTIMANA, RISERVANDO 2 ORE (RETRIBUITE) ALLE ATTIVITA’ DI FORMAZIONE.

Con lo scopo di dare concreta attuazione alla valorizzazione prevista dalle vigenti norme di legge, e nell’ambito dei perimetri delineati dall’atto di indirizzo adottato dal Comitato di Settore, come già da tempo avviene per la dirigenza medica, abbiamo chiesto che l’attuale orario di lavoro ordinario del personale socio sanitario interessato all’obbligo ECM, pari indistintamente a 36 ore settimanali come per gli altri operatori, venga suddiviso rispettivamente, in 34 ore da dedicare alle attività clinico/assistenziali e 2 da dedicare alle attività di formazione ECM.

– NUOVE INDICAZIONI CONTRATTUALI, FINALIZZATE A CONSENTIRE AI GENITORI, ENTRAMBI TURNISTI, DI INDIVIDUARE CON L’AZIENDA SANITARIA UNA MODALITÀ DI TURNAZIONE REALMENTE COMPATIBILE CON LE LORO ESIGENZE

Le norme attuali, infatti, sono ancora troppo rigide e non consentono l’ottimale assolvimento della  funzione genitoriale. Ricordiamo che la possibilità di riconoscere turni opposti a genitori dipendenti entrambi turnisti, era stata introdotta con il CCNL 2019/2021 proprio su richiesta del Nursing Up.

– E’ NECESSARIO AUMENTARE IL TEMPO CONTRATTUALE RETRIBUITO, PER LE ATTIVITA’ DI VESTIZIONE, SVESTIZIONE, E PER IL PASSAGGIO DI CONSEGNE DEL PERSONALE SANITARIO E SOCIO SANITARIO.

Nursing Up ha proposto sul tavolo una nuova norma, che aumenta il tempo di servizio retribuito ai dipendenti per le attività di vestizione e passaggio consegne, oggi assolutamente insufficiente, e per aumentare ulteriormente quello del personale operante in servizi di elevata complessità.

– NO AD UN USO DISTORTO DELLA PRONTA DISPONIBILITA’.

LA DELEGAZIONE NURSING UP SI È FERMAMENTE OPPOSTA ALL’ADDOLCIMENTO DEL VINCOLO OGGI PRESENTE NEL CONTRATTO, E CHE NON CONSENTE ALLE AZIENDE SANITARIE, DI PROGRAMMARE PIÙ DI 7 TURNI MENSILI DI PRONTA DISPONIBILITÀ.

Ne va della salute psico fisica dei dipendenti interessati, e ci fa specie che, se da un lato le Regioni producono un atto di indirizzo particolarmente attento a queste questioni, dall’altro suggeriscono ad ARAN di portare sul tavolo negoziale  un allentamento del limite di 7 pronte disponibilità al mese, limite posto prioritariamente a tutela del cittadino, e del suo stato psico fisico che potrebbe essere seriamente danneggiato da operatori che operano in condizioni di grande stress e super lavoro.

– A NURSING UP NON PIACE LA TARIFFA ORARIA PROPOSTA DA ARAN SULLE PRESTAZIONI AGGIUNTIVE , E NE CHIEDE UN SERIO AUMENTO 

Nursing Up ha battuto i pugni sul tavolo ed ha chiesto di portare il compenso orario per le prestazioni aggiuntive degli infermieri, che ARAN ha proposto a 40 euro, ad un nuovo importo da individuare in una cifra tra 50 e 60 Euro.

La delegazione ha ribadito l’irricevibilità della proposta ARAN, che ipotizza importi inferiori rispetto alle tariffe orarie già praticate da gran parte delle regioni e che si pone ai limiti bassi delle tariffe previste dalla legge.  

Così si rischia di far tracollare il sistema. Quale infermiere accetterà di effettuare prestazioni aggiuntive, se queste dovessero essere pagate meno di quanto vengono pagate oggi?

NO ALL’USO DELL’ ORARIO CONVENZIONALE  PER LE ASSENZE DAL SERVIZIO

In caso di assenza giustificata, ai fini  del debito orario  , va riconosciuto al dipendente non già l’orario convenzionale , ma quello effettivo giornaliero previsto dai turni di lavoro, e questo vale anche per le assenze per malattia.

INTRODURRE UN NUOVO TIPO DI INDENNITA’, QUELLA DI “ESCLUSIVITA’ PER LE PROFESSIONI SANITARIE EX LEGGE N 43/2006.

In attesa di un provvedimento di legge, occorre intervenire con una norma contrattuale  che risolva la grave sperequazione esistente con la dirigenza medica, che già ne beneficia da molti anni.

Nel corso della seduta contrattuale Nursing Up ha incalzato l’ARAN con una serie di ulteriori richieste, sia di tipo economico che organizzative.

Le risorse a disposizione di questo contratto non sono certo congrue, per dare soddisfazione al personale sanitario interessato, ed alle grandi responsabilità che quotidianamente si assume, ma bisogna fare in modo che le risorse che ci sono non prendano strade diverse, e che giungano ai professionisti sanitari secondo le indicazioni del Comitato di Settore.

Ciò premesso, e ben oltre  i perimetri delle attuali negoziazioni, prosegue il pressing pubblico di Nursing Up sul Governo, per un provvedimento di emergenza, che stanzi almeno 452 milioni di euro. Sono somme necessarie per il raddoppio dell’indennità di specificità infermieristica, quella degli altri professionisti sanitari e per l’estensione alle ostetriche di una pari indennità. 

Alle Regioni, il sindacato chiede di preoccuparsi affinché le contrattazioni in corso, vadano nel senso auspicato dall’atto di indirizzo che loro stesse hanno voluto, e sul quale come sindacato siamo più volte intervenuti, facendo si che i precetti ivi declinati non restino mere parole ma che si trasformino in realtà e concretezza”.