Infermieri costretti a lavorare fino a 17 ore consecutive

Nell’ultimo periodo se n’è sentito parlare sempre più spesso: infermieri che non possono terminare il proprio turno di lavoro a causa della carenza di personale.

E, in questo modo, vengono letteralmente costretti a rimanere sul luogo di lavoro, portando a termine turni più che massacranti, andando a garantire un’assistenza inadeguata a causa della mancanza di un riposo adeguato. E’ accaduto a Nocera Inferiore circa 2 mesi fa, quando una collega è stata trattenuta in corsia addirittura 18 ore consecutive e accade sempre più spesso a Verona, dove gli infermieri saltano continuamente i riposi e lavorano spesso 12 ore consecutive per sopperire alla carenza.

Un nuovo episodio si è verificato all’Ospedale Sandro Pertini di Roma dove il sindacato Nursind ha denunciato un turno di 17 ore consecutive, sostenuto da un infermiere di Pronto Soccorso. La denuncia arriva in un comunicato stampa in cui si legge: “Turni da 17 ore continuative: infermieri ed infermiere proseguono dal turno pomeridiano fino al notturno, costretti a turnazioni inumane con Ordini di Servizio o, peggio, con l’abuso dell’art. 591 c.p. secondo il quale il turno resta semplicemente scoperto e l’infermiere non può smontare, altrimenti rischia di essere incriminati per abbandono di incapace, soprattutto in Pronto Soccorso.

Lavoratori e lavoratrici non sanno mai se potranno staccare dal turno e tornare a casa o meno. Non si rispetta la normativa contrattuale e neppure la legge 66/2003. Una situazione del genere porta all’aumento di stress, alla diminuzione della sicurezza e della qualità de servizi: se il personale è sfinito, aumenta il rischio di errore.

Ma abbiamo ancora bisogno di interventi radicali per porre fine a questa situazione. Se necessario, sarà da valutare anche la chiusura di posti letto in attesa dell’arrivo di nuovo personale dal concorso prossimo al termine”.