Nella giornata di ieri, 3 luglio 2024, si è tenuto l’incontro “Sfide e opportunità della professione infermieristica” organizzato da FNOPI (Federazione Nazionale degli Ordini delle Professioni Infermieristiche) e CRUI (Conferenza dei Rettori delle Università Italiane).
Nell’incontro si è parlato di quelle che potrebbero essere le manovre da attuare per rendere la professione infermieristica più attrattiva, nonché delle misure da mettere in atto nel breve termine per evitare che ancor più professionisti decidano di scappare all’estero, ormai sopraffatti dal lavoro usurante e dalle condizioni economiche italiane.
Nel comunicato stampa FNOPI si legge: “Oggi la carenza di infermieri in Italia è di almeno 65.000 unità, secondo la Corte dei conti, ma nei prossimi dieci anni usciranno dalla professione per raggiunti limiti di età, rispetto al decennio precedente, almeno il quadruplo dei professionisti. L’Italia è il Paese OCSE con meno infermieri per 1.000 abitanti: 6,4 contro una media europea di 9,5 ed è fanalino di coda (sempre nell’OCSE) per laureati in infermieristica ogni 100.000 abitanti: solo 17 contro una media di 48.
Senza un intervento strutturale in grado di ridare attrattività alla professione e di riequilibrare gli organici, la carenza non resta più un problema della professione, ma diventa del Paese e dei cittadini, perché senza infermieri non c’è futuro. Senza infermieri non c’è salute e non c’è assistenza per una popolazione sempre più anziana, fragile e sola.
“Le soluzioni strutturali possibili – ha sottolineato la presidente FNOPI Barbara Mangiacavalli – si basano su tre priorità: incremento della base contrattuale e riconoscimento economico e dell’esclusività delle professioni infermieristiche; riconoscimento delle competenze agite; evoluzione del percorso formativo universitario, con le specializzazioni”.
Per raggiungere gli obiettivi, le proposte FNOPI comprendono anche alcune modifiche normative.
La prima è alla legge 43/2006 che regolamenta le professioni sanitarie e stabilisce un ampliamento delle competenze prevedendo per gli specialisti una vera e propria laurea magistrale clinica.
In un percorso avviato con il Ministero della Salute, il Ministero dell’Università e della Ricerca, il Consiglio Universitario Nazionale, la Conferenza dei Corsi di Laurea delle Professioni sanitarie, sono state costruite le basi per arrivare all’attuazione di una revisione delle Lauree Magistrali con l’individuazione di tre aree di sviluppo specialistico: Cure primarie, Cure pediatriche e neonatali, Cure intensive ed emergenza.
Poi, fondamentale per garantire la qualità dell’insegnamento e della formazione sono l’applicazione e il monitoraggio delle linee di indirizzo e dei protocolli d’intesa Università-Regioni, con riconoscimento dell’attività degli infermieri dell’Servizio Sanitario Nazionale che erogano formazione.
In Italia, dall’anno accademico 2010-2011 la perdita di attrattività della professione legata alla scarsa retribuzione e all’impossibilità di un concreto sviluppo di carriera ha portato a una riduzione progressiva della domanda, a fronte dell’aumento di posti a bando per cercare di arginare la forte carenza infermieristica. Si è giunti a 23.627 candidati per 20.337 posti a disposizione, arrivando a 1,2 domande per posto, con Regioni, specie al Nord, che registrano anche meno di una domanda per posto.
“Bisogna cambiare il sentiment su professione infermieristica che è passione, cura, ma soprattutto è una professione moderna che si colloca perfettamente nell’idea dell’ospedale del futuro. Non si può parlare di ospedale del futuro senza riconoscere la professione infermieristica come parte fondante. Dobbiamo far comprendere ai ragazzi delle superiori quanto sia stimolante e moderna, ma dobbiamo anche coinvolgere in questo discorso la politica. Il nuovo disegno del corso di laurea di Medicina e chirurgia non deve essere un nuovo colpo alle professioni sanitarie, per sminuirle”.
A sottolinearlo la presidente della Conferenza dei rettori delle università italiane (Crui), Giovanna Iannantuoni, intervenendo da remoto all’incontro . “Lavoriamo quindi insieme affinché questa professione venga riconosciuta per quella che è – ha poi concluso – affinché intercetti i giovani, ma anche le scelte della politica e i finanziamenti. Spero che questa sia la prima di numerose azioni comuni di impatto politico sui cui lavorare tutti insieme. Potete contare sulla Crui e sulla sua presidente per portare avanti le vostre battaglie”.
A conclusione dell’incontro, la segretaria nazionale FNOPI Beatrice Mazzoleni ha commentato: “Lavoro da fare ce n’è tanto da fare. Ma oggi è una giornata importante. Con noi ci sono anche tutti gli infermieri che rappresentiamo. Per e con i quali stiamo lavorando per ottenere risultati progettuali che vogliamo portare al letto del paziente. Non è un punto di arrivo oggi, ma un punto di inizio”