Le condizioni di lavoro nelle carceri italiane sono diventate quasi insostenibili negli ultimi mesi.
Tra aggressioni al personale sanitario, carenza sia di infermieri che di polizia penitenziaria e personale costretto a fare turni extra saltanto riposi e ferie, le denunce da parte dei sindacati aumentano a dismisura.
Ed è la stessa situazione che si sta verificando all’interno dell’ASL di Frosinone, dove è intervenuta la CISL che si prepara a chiedere al servizio di prevenzione della Asl di Frosinone la convocazione di un tavolo per valutare la situazione del personale infermieristico all’interno degli istituti penitenziari.
Nella nota, riportata dal quotidiano online “La Provincia di Frosinone”, si legge: “In diverse occasioni ci siamo trovati ad affrontare questo problema che crea numerose difficoltà alle lavoratrici e ai lavoratori che operano quotidianamente all’interno della casa circondariale di Frosinone.
Nella struttura penitenziaria si registra, da ormai molto tempo, una forte carenza di personale infermieristico. Per avere un quadro della situazione basta solo analizzare due dati: a Frosinone ci sono circa 650 detenuti a fronte di una non adeguata dotazione organica.
Tutto questo genera un contesto lavorativo che produce forte stress lavorativo correlato nei dipendenti soggetti a turni massacranti. Nello scorso anno 2 unità lavorative, sono state ritenute non più idonee dal medico competente al lavoro all’interno della Casa Circondariale di Frosinone a seguito di certificazione medica legata allo stress lavorativo, situazione che rischia di coinvolgere altre lavoratrici e lavoratori.
Condizioni che non possono essere accettate e che rappresentano un forte problema per la sicurezza sul luogo di lavoro.
Proprio per questo motivo a breve invieremo una richiesta formale al Servizio di prevenzione dell’Asl di Frosinone affinché convochi con assoluta urgenza un tavolo con i membri del gruppo di Gestione per la valutazione dello stress lavorativo correlato all’interno dei penitenziari, gruppo di lavoro creato con atto deliberativo n° 414 del 07 giugno 2023 proprio per la valutazione dei rischi professionali, che in questo caso specifico è legato alla tipologia assistenziale che in aggiunta al mancato rispetto della dotazione organica in base al fabbisogno, ricordiamo circa 650 detenuti, crea una chiara difficoltà per le lavoratrici e lavoratori a rispettare i tempi di preparazione della terapia farmacologica e della stessa somministrazione, in situazioni ad alto stress, anche in aggiunta alle altre diverse richieste presso la stessa medicheria.
Pertanto si attende urgentemente che si avvii un confronto produttivo che possa portare alla risoluzione definitiva del problema”.