Nei giorni scorsi la Lega ha presentato un disegno di legge in Camera riguardante l’introduzione di una nuova figura che dovrebbe, almeno in parte, risolvere il problema della carenza di personale infermieristico.
Si tratta dell’assistente infermiere, la nuova trovata della Lega, descritto come operatore di interesse sanitario deputato a svolgere funzioni infermieristiche di primo livello. Già in passato erano state prese al vaglio altre ipotesi di istituzione di figure sanitarie quali l’assistente per la salute o l’assistente alla maternità, poi prontamente scartate.
Nel comunicato stampa del Coina si legge: “incredibile ma vero, siamo di fronte all’ennesima tortuosa e pericolosa scorciatoia per sanare la carenza di personale. La politica le sta tentando tutte, ma non prende in considerazione, non intende farlo, le parole investimento, risorse e valorizzazione dei talenti di cui già disponiamo.
Si potrebbe dedurre che, come stiamo ripetendo ormai da diverso tempo, la situazione della nostra sanità sta subendo una pericolosa involuzione. Siamo di fronte all’ennesimo tentativo di “sparigliare le carte”. Si tratta dell’ennesimo bluff che non farà altro che peggiorare una situazione già vicina ad un punto di non ritorno.
Non possiamo certo essere d’accordo con l’istituzione dell’ennesima pericolosa figura surrogata, intermedia tra Oss e infermiere, che in definitiva risulta essere soltanto una penalizzazione delle professioni attuali e una beffa, l’ennesima, per la qualità delle cure assistenziali, già profondamente minate nel profondo.
La nascita dell’assistente infermiere, proposta dalla Lega, apre la strada a un percorso lungo e tortuoso, in quanto, la nuova figura non è preparata dal punto di vista giuridico, alla risoluzione di problematiche quali l’abbattimento delle liste di attesa, la carenza di personale sanitario e soprattutto al recepimento delle nuove funzionalità infermieristiche, perché non è chiaramente evidenziato il suo percorso formativo, la sua autonomia, ma soprattutto resta il suo inquadramento alla definizione di operatore di interesse sanitario (legge 1/2/2006 n 43).
Di fatto, oltre a non avere un inquadramento giuridico chiaro, l’assistente infermiere sarà retribuito e contrattualizzato come un Oss, ma gli si chiederà di avere le responsabilità di un infermiere e di sopperire alla sua carenza, senza naturalmente il medesimo percorso di studi e le medesime competenze.
L’idea non è certo nuova, non si vanti quindi la Lega, con questa proposta di legge, di aver “scoperto l’acqua calda”.
Oltre tutto, lasciatecelo dire, non abbiamo davvero bisogno dell’assistente infermiere per elevare la qualità delle prestazioni offerte ai cittadini e snellire le lista di attesa. In parole povere non abbiamo bisogno, con tutto il rispetto, di un Oss, che studia per diventare Oss e che, con un corso di pochi mesi, dovrebbe assumersi le responsabilità di un infermiere.
Ma ci rendiamo conto di cosa sta facendo la nostra politica e dove vuole condurci, al solo scopo di sanare le carenze di personale, pur di non investire in modo ingente per risollevare le sorti della nostra sanità?
Tempo fa la medesima proposta, era il 2023, arrivò dalla Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano, che sancirono l’accordo per l’istituzione del profilo professionale di assistente infermiere, quale operatore di interesse sanitario di cui alla Legge 1° febbraio 2006, n. 43.
La Lega non ha quindi fatto altro che rispolverare una normativa già esistente.
Analizzando la normativa, si evince che l’assistente infermiere è un operatore in possesso della qualifica di operatore socio-sanitario (oss) che, a seguito di un ulteriore percorso formativo, consegue la qualifica di assistente infermiere. Nei contesti organizzativi in cui sia stato previsto l’inserimento nel team assistenziale collabora con gli infermieri, oltre a svolgere le attività proprie del profilo di operatore socio-sanitario.
In rapporto alla gravità clinica dell’assistito e all’organizzazione del contesto l’assistente infermiere svolge le proprie attività secondo le indicazioni dell’infermiere e in collaborazione e integrazione con gli altri operatori. È responsabile della correttezza dell’attività svolta.
Il corso di formazione per diventare assistente infermiere avrebbe una durata complessiva non inferiore a 500 ore, da svolgersi in un periodo di tempo non inferiore a 6 mesi e non superiore a 12 mesi. E’ strutturato in moduli didattici teorici di almeno 200 ore, tirocinio di minimo 280 ore e almeno 20 ore di esercitazioni/simulazioni.
Non siamo altro che di fronte ad una figura nata per coprire il vuoto degli infermieri, utilizzando l’oss come tappabuchi per sopperire alla carenza infermieristica” Nasce l’assistente infermiere, quindi, con una formazione che punta tutto al ribasso, e si presuppone, paradossalmente, che in pochi mesi competenze infermieristiche.
Lo stesso operatore socio-sanitario e la nuova figura avranno una responsabilità eccessiva rispetto alle proprie reali competenze, senza l’assicurazione e senza la parte economica contrattuale. Senza contare le molte incongruenze e contraddizioni all’interno della bozza. Una bozza peggiorativa, che punta a una formazione al ribasso, una figura che sarà pericolosamente indirizzata nelle Rsa, nelle strutture sanitarie e sul territorio.
Corriamo il rischio che all’interno della nuova figura, vengano integrati tutti gli oss privi di esperienza lavorativa, privi di media scuola superiore secondaria, senza le basi culturali per reggere una qualifica che prevede prestazioni oggi dell’infermiere.
La Federazione nazionale degli infermieri (Fnopi) come fa ad avallare l’assistente infermiere?
Pur sapendo che tutte le figure professionali operanti nel sistema-salute sono sotto pagate, oberate di carichi, di responsabilità e con pochissimi diritti, la politica pensa a inventarsi figure ibride, invece di riqualificare o ridare dignità alle migliaia di professionisti che potrebbero crescere attraverso una riforma che li riconosca nelle attuali leggi di stato (3/18 – DM 73/2021) e parallelamente avviare anche un intervento che realizzi quelle figure sempre meno riconosciute nel loro valore professionale.
Come si può immaginare che un Oss, con pochi mesi di corso, possa svolgere le funzioni di un infermiere, senza il medesimo percorso di studi, seppur lavorando sotto le sue direttive?
Come si può ledere ulteriormente la dignità degli infermieri e delle ostetriche?
Quello dell’assistente infermiere non è infatti l’unico caso scabroso messo in atto da una politica sanitaria che proprio non vuole saperne di intraprendere la corretta via degli investimenti nei talenti e nelle competenze di cui siamo già in possesso.
Cosa ne è delle altisonanti promesse di Schillaci, in relazione alla valorizzazione della professione infermieristica? Il Ministro, solo poche settimane fa, nel corso di un convegno con la Fnopi, prometteva l’impegno del Governo per rilanciare la figura degli infermieri, a partire dalla necessità di ridare appeal alla professione, partendo da nuovi laureati e dalla formazione universitaria, sottolineando l’indispensabile ricambio generazionale di cui la nostra sanità ha bisogno per guardare serenamente al futuro.
Parole al vento? Pare proprio di sì.
Il Governo, con la preoccupante mania delle figure surrogate, non sta solo immaginando di ledere la dignità degli infermieri, ma anche quella delle ostetriche.
Ricordiamo, infatti, che solo pochi mesi fa, il Governo voleva introdurre la controversa figura dell’assistente materna, che ci sembrò, quando arrivò la discutibile proposta, come l’ennesimo pericoloso tentativo di mettere una toppa ad una serie di problemi che, nella delicata realtà dei professionisti sanitari del comparto non medico, e nello specifico, nell’ambito delle elevate responsabilità che riguardano le nostre ostetriche, vanno affrontati, non smetteremo mai dirlo, in ben altra maniera.
Un po come accade nel 2022 per la proposta della Regione Veneto della figura del Super Oss, abbiamo il timore che si tratti, con la proposta dell’assistente infermiere, da parte della nostra politica, dell’ennesimo tentativo di aggirare l’ostacolo”.