Quello della carenza di personale medico e infermieristico in Italia è ormai diventato più che un problema.
Da qualche mese a questa parte sono in tanti i professionisti che decidono di lasciare la sanità pubblica per lavorare nel privato o, nella maggior parte dei casi, per andare all’estero dove le condizioni di lavoro sono tutt’altro che paragonabili a quelle italiane.
A lanciare l’allarme per la sanità territoriale triestina sono i sindacati di categoria, CIGL e FIALS che, in una nota condivisa, hanno affermato: “Da gennaio 2024 ad oggi, in Asugi sono quasi cento le dimissioni volontarie, la gran parte riguarda gli infermieri, ma ci sono anche i tecnici sanitari, gli Oss e il personale amministrativo. Più volte, come Fials e Cgil Fp, abbiamo chiesto alla Direzione di adottare dei provvedimenti che migliorino la qualità del lavoro quotidiano del personale, perché le motivazioni delle uscite non riguardano solo la questione economica, sicuramente da migliorare, spesso sono proprio i carichi di lavoro insostenibili che inducono l’operatore a lasciare l’azienda, a volte anche senza preavviso pagando quindi le penali previste dal Ccnl.
Quotidianamente riceviamo richieste di aiuto dai reparti/servizi nei quali il personale non ce la fa più, è stremato. I risultati ottenuti anche dopo i tentativi di conciliazione presso la Prefettura di Trieste non sono soddisfacenti. La Direzione si trincera dietro alla difficoltà di assumere personale soprattutto infermieristico, ma allora perché come continuiamo a chiedere, non si cerca di migliorare le condizioni operative al fine di far cambiare idea a chi intende licenziarsi”?