Aggressione Reggio Calabria: “Prima o poi ci scappa il morto”

3 settimane ago

“Prima o poi ci scappa il morto”.

Il commissario straordinario del Grande Ospedale Metropolitano di Reggio Calabria Gianluigi Scaffidi ha commentato in questo modo l’ennesima aggressione verificatasi ai danni di medici e infermieri del reparto di Chirurgia Vascolare.

Nell’intervento pubblicato dal quotidiano online “Corriere della Calabria” si legge:

“Non mi esprimo sui “motivi” in quanto a nessuno è concesso di aggredire per alcun motivo, né futile né serio, altre persone. Chiunque pone in essere tali comportamenti è al di fuori della società civile e non esistono giustificazioni di alcun tipo. L’aggressione è terminata con l’intervento dei Carabinieri, che intendiamo ringraziare per la tempestività e l’efficacia dell’azione, anch’essi aggrediti dal soggetto. Evito il solito comunicato solidale, lacrimevole, sdegnato e velleitario che, ormai, tutti abbiamo nel cassetto in pre-stampato e pronto per l’uso. Mi sembrerebbe un’ulteriore offesa a tutti coloro che sono stati aggrediti e a quanti lo saranno ancora.

Evidenzio che le ripetute aggressioni fanno venir meno la serenità lavorativa e, con essa, l’espressione della migliore capacità professionale. Inoltre, senza voler drammatizzare, sono purtroppo convinto che esista un serio rischio che, prima o poi, ci scappi il morto. Non intendo accodarmi al rito di quanti ripeteranno le solite cose senza che nulla cambi né, soprattutto, al solito auspicio per una maggiore tutela degli operatori sanitari in quanto occorrerebbe una militarizzazione degli ospedali, non solo Calabresi, cosa francamente impossibile.

Mi rivolgo ai Rappresentanti istituzionali di ogni Parte politica affinché lavorino celermente ad una decretazione legislativa d’urgenza che, ancorché di scarso impatto sul versante della prevenzione, possa consentire ampia efficacia per irrogare pene certe, immediate e severe – essendo gli aggressori sempre identificati – che costituiscono il migliore metodo preventivo possibile.

Faccio appello all’Ordine professionale dei Medici, degli Infermieri, dei Tecnici e di tutte le figure che prestano servizio in Ospedale affinché si uniscano, anche attraverso le rappresentanze nazionali, a questa richiesta che ormai non può più essere ignorata se riteniamo di vivere in una società civile. Altrimenti domani… ci ritroveremo punto e daccapo”.

2 Comments

  1. Salve, più che un commento è un pensiero, una lettera, una riflessione… Sono infermiera da quasi vent’anni, fino a pochi giorni fa ho prestato servizio presso una struttura privata convenzionata e a breve entrerò in un ospedale pubblico… Leggo e ho sotto gli occhi quello che è diventato un bollettino di guerra, ogni giorno aggressioni, insulti, violenze di vario genere.
    Nel mio piccolo posso ritenermi fortunata in quanto ho ricevuto solo insulti verbali e qualche persona che voleva insegnarmi come fare il mio lavoro di infermiera (questo capita quasi giornalmente), cosa che, io in primis penso che in questo lavoro, ma così come nella vita c’è sempre da imparare e da crescere… Ma la domanda che mi faccio da più di un anno a questa parte, è non nascondo che ho pensato di abbandonare la professione, è : ma io o un qualsiasi altro collega infermiere o di qualsiasi altra professione sanitaria e medica diciamo ad esempio ad un barista come fare un caffè!? O a una qualsiasi persona che fa un qualsiasi lavoro come farlo? So già che la risposta all’unanimità sarà no… Quindi mi chiedo anche oltre a una deriva culturale e all’escalation non tutte dovute ovvio a problematiche psichiatriche, non abbiamo “permesso” troppo?
    Lasciando la problematica salariale (ma siamo professionisti o sbaglio?) chi dobbiamo pregare per lavorare in condizioni “umane”? Io penso che alla fine se non abbiamo cura di chi cura… Forse si ci scappa il morto e poi che succede? Qualche settimana di indignazione e tutto poi è dimenticato, perché abbiamo visto bene abbiamo memoria molto corta, e quelli che nel 2020 erano gli eroi, sono sempre meno, spremuto come dei limoni, i riposi e le ferie inesistenti… Alla fine si meriterranno i robot, dopo però sarà troppo tardi…
    Mi scuso ancora per lo sfogo, grazie per chiunque leggerà.
    Vera.

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