L’allarme è stato lanciato dai sindacata di categoria dopo che due infermieri, rispettivamente in servizio al nosocomio Buccheri La Ferla e l’altro al Civico di Palermo, hanno deciso di togliersi la vita.
La motivazione dietro a tale scelta non è stata ancora indagata ma non è poi così difficile capire la situazione che stanno vivendo gli infermieri italiani: pressione costante, carichi di responsabilità per la quale la retribuzione è rimasta quella di anni addietro, burnout dietro l’angolo e demansionamento sempre più importante.
La CISL, come riportato dal quotidiano “QDS”, ha rilasciato una nota proprio per denunciare questa situazione che ormai va avanti da troppo tempo: “Cosa abbia spinto i due colleghi a compiere l’estremo gesto non lo sappiamo. Ci sono problemi personali che devono restare tali. Ma le aziende sanitarie possono fare molto per stare vicini ai loro dipendenti che in questi mesi di post Covid vivono uno stress ancora maggiore.
Il personale è sotto pressione per le continue aggressioni, minacce e per il carico di lavoro. Una condizione di forte stress che amplifica i problemi che ognuno di noi ha. Per questo servirebbe un sostegno psicologico costante per i lavoratori. Non solo volontario come è adesso. Ma deve essere constante e continuo. Soprattutto per chi come il collega del Civico lavorava in rianimazione.
Gli infermieri come gli operatori sanitari devono essere aiutati nel gestire lo stress. Per questo chiederemo all’azienda di fare il massimo per dare un’assistenza psicologica”.
Non capisco come d’avanti a tutto questo ancora si lavori nella quasi indifferenza totale, mi sarei aspettato uno sciopero di massa, o aspettiamo la prossima vittima