Test Infermieristica: per FNOPI calo dovuto alla poca attrattività della professione

Per il secondo anno consecutivo si è assistito ad un calo degli iscritti ai test per il Corso di Laurea in Infermieristica.

Dati alla mano, dopo il calo del 10,5% dell’anno scorso, i numeri sono rimasti stabili: il calo anche quest’anno è stato del 10%. Le soluzioni per risolvere la situazione difficile in cui si sta trovando l’infermieristica italiana ci sarebbero, prima tra tutte l’aumento degli stipendi per poi considerare la crescita professionale con la possibilità di carriera.

Eppure le istituzioni sembrano quasi non voler mettere in atto queste soluzioni, cercando di tamponare con campagne per rendere attrattiva la professione che, concretamente, non portano ad alcun risultato. La FNOPI, in un comunicato stampa, ha parlato proprio di attrattività della professione, dichiarando:

“Circa 21.000 studenti stanno affrontando oggi, 5 settembre, i test di ammissione previsti in Italia per l’accesso ai corsi di laurea in Infermieristica, per 20.435 posti a disposizione.

Posti a bando che crescono, seppur lievemente (377 in più rispetto al 2023/24) mentre calano le domande (21.250 tra atenei pubblici e privati, ovvero 2.377 in meno rispetto allo scorso anno, -10% circa, una domanda per un posto in media).

Un trend negativo che, numeri alla mano, si è affermato nel tempo e che non coinvolge esclusivamente le professioni infermieristiche, ma colpisce in maniera omogenea tutte le professioni di cura, a testimoniare la necessità di affrontare il problema della carenza e della scarsa attrattività del settore in maniera sistemica e corale.

Entrando nel dettaglio dei corsi di laurea in Infermieristica, il calo delle domande di iscrizione si conferma marcato nelle regioni del Centro e del Nord Italia, ma da quest’anno comincia a interessare anche alcune regioni del Sud.

Il dato diventa particolarmente rilevante anche nella fase successiva alle selezioni, quando, trovando posti liberi al Nord, molti studenti meridionali si trovano costretti a rinunciare perché le spese per i “fuori sede” e per le famiglie diventano impossibili da sostenere.

In un contesto profondamente mutato, nel quale i sempre meno giovani presenti in Italia (nel 2024 i maturandi sono stati 10mila in meno) hanno la possibilità di scegliere tra sempre più percorsi universitari, va comunque sottolineato che oltre 21 mila studenti hanno puntato sul test di ammissione al corso di laurea in Infermieristica. A loro, come a tutti i cittadini che rischiano in futuro di non avere più assistenza adeguata, vanno date risposte concrete.

Per la FNOPI diventa, quindi, prioritario agire su più livelli, tanto dal punto di vista formativo quanto dal punto di vista professionale.

Rispetto alla formazione, occorre accorciare i tempi di azione, iniziando oggi ad analizzare i dati delle domande di iscrizione e a studiare fabbisogni e azioni da attuare per i prossimi anni accademici.

Indispensabile anche ampliare il lasso temporale dedicato alle iscrizioni ai test, pubblicando i bandi con maggiore anticipo (quest’anno c’è stato solo un mese a disposizione per gli aspiranti infermieri) per permettere a studenti e famiglie di individuare nel corso di Infermieristica un’opportunità su cui riflettere e scegliere con ponderazione.

Fondamentale, poi, rendere concretamente efficace la flessibilità delle graduatorie, introdotta da questo anno accademico, utile agli idonei per avere ulteriore possibilità di accesso al corso di laurea in sedi diverse da quelle in cui hanno svolto i test. Su questo aspetto, voluto dal Ministero dell’Università e della Ricerca e sostenuto dalla FNOPI, la Federazione avvierà un’attività costante di monitoraggio.

Resta ferma, infine, la necessità di una revisione complessiva del sistema che, a partire dalle specializzazioni dei percorsi formativi magistrali (in via di attivazione), possa offrire prospettive di carriera agli infermieri e consentire di liberare competenze che oggi spesso vengono già esercitate, ma non sono riconosciute adeguatamente dal punto di vista economico e organizzativo”.