Nelle ultime ore altre 4 aggressioni: rischio di fuga di massa dagli ospedali

Il tema delle aggressioni al personale sanitario è diventato, da qualche mese a questa parte, uno dei maggiori argomenti di discussione per gli addetti ai lavori.

Eppure, nonostante siano state prese in considerazione diverse misure di cui qualcuna attuabile e qualche altra di dubbia applicabilità, i quotidiani continuano a riempirsi di notizie di violenza verbale e fisica a medici e infermieri.

Un vero e proprio bollettino di guerra: così viene descritta dal Nursing Up l’escalation di violenza verificatasi nelle ultime 48 ore. Nel comunicato stampa si legge: “Ospedale Villa dei Fiori, Acerra, provincia Napoli: ennesimo raid familiare contro il personale sanitario, aggredite dottoresse e infermiere del pronto soccorso.

Dottoressa aggredita con un coltello all’esterno dell’ospedale torinese Giovanni Bosco, probabilmente a scopo di rapina.

Puglia, Manduria, Taranto. Infermiere del 118 preso a pugni da paziente, a cui, oltre tutto. pochi istanti prima il professionista aveva prestato assistenza

Puglia, Casarano. Medico e infermiere del reparto di Urologia presi a calci da un paziente.

Il Nursing Up, che attraverso i suoi referenti sindacali, sta monitorando le differenti situazioni, ospedale per ospedale e territorio per territorio, denuncia che in Italia il rischio di un esodo di massa di personale dagli ospedali è ormai dietro la porta, in linea con le indagini mondiali che abbiamo riportato.

Non avevamo mai assistito, nell’ultimo decennio, ad un tale clima di esasperazione da parte dei cittadini.

Occorrono provvedimenti urgenti nel giro di pochi giorni: è necessaria una immediata e concreta riorganizzazione, da parte del Viminale, della presenze delle forze dell’ordine negli ospedali, con un ingente aumento di agenti e soprattutto con un ampliamento dell’orario di impiego, in particolar modo a supporto dei turni di notte dei professionisti sanitari, nei pronto soccorsi e nei reparti di emergenza-urgenza.

Siamo di fronte al pericolo di una vera e propria fuga di massa della sanità pubblica.

I numeri delle nostre indagini, presentate di recente alla stampa, ci dicono già che in Italia, in media, sono 8mila gli infermieri, ogni anno, che lasciano di propria sponte la sanità pubblica.

Una situazione del genere, con un clima di paura e terrore, rischia concretamente di accelerare questo processo.

Immaginate quali conseguenze potrebbe avere sulla qualità delle cure un fuga di massa, da parte dei professionisti, dagli ospedali pubblici, oppure nella migliore delle ipotesi dai reparti nevralgici.

A corroborare gli assunti del Nursing Up è anche, da ultimo, l’autorevole indagine mondiale della società Elsevier N.V. Quest’ultima rivela che, nel 2023, il 78% dei professionisti europei e dei paesi anglofoni, dipendenti della sanità pubblica, ha pensato di lasciare il proprio posto di lavoro, cambiando reparto o addirittura abbandonando per sempre la sanità: la prima motivazione, alla base di questa possibile scelta così radicale, è il rischio concreto di subire aggressioni.

Tutto ciò si verifica in particolar modo all’interno di quei Paesi dove il Sistema Sanitario è maggiormente sviluppato, e sottopone di conseguenza a elevato stress medici e infermieri, impegnati nelle sfide quotidiane legate alla cura dei pazienti.

E’ qui che il 40% dei professionisti sanitari, tra Europa, Stati Uniti e Canada, dichiara di essere stato vittima di almeno un episodio di violenza.

Proprio come accade in Italia, al secondo posto ci sono lo stress quotidiano legato alla mole di lavoro e al tempo sempre più esiguo da dedicare alla famiglia e poi, ovviamente, le poco edificanti retribuzioni e le scarse prospettive di carriera.

Il report è il frutto di una serie di pubblicazioni di una nota casa editrice olandese specializzata in ricerche e survey nel mondo sanitario, presente in 24 paesi del mondo.

Anche qui, si da evidenza del fatto che la prima categoria esposta al rischio di queste decisioni così drastiche, legate a filo doppio alla qualità delle cure della collettività, è come sempre quella degli infermieri.

Sempre secondo l’autorevole indagine di cui parliamo, il pericolo concreto, tra aggressioni, stipendi poco gratificanti e turni massacranti, è quello che ognuno di questi Paesi (Italia compresa), all’interno di un sistema sanitario avanzato, rischia di perdere fino a 20mila infermieri assunti a contratto a tempo indeterminato entro il 2027″.