Alle già tantissime richieste da parte di sindacati di categoria, si aggiunge anche la CNAI: l’appello che lanciano alle istituzioni è quello di bloccare sul nascere la figura dell’assistente infermiere.
Una figura che le Istituzioni stesse vorrebbero inserire nel panorama della sanità per far fronte alla carenza di infermieri, ormai difficilmente controllabile. Nella lettera-appello si legge: “Si esprime profonda preoccupazione riguardo la proposta di introdurre la figura dell’Assistente Infermiere di
cui ai provvedimenti in oggetto. Pur comprendendo l’urgenza di affrontare la carenza di personale sanitario, si ritiene che questa proposta, nella sua forma attuale, rischi di rivelarsi un rimedio peggiore del male, con gravi conseguenze per la qualità dell’assistenza e la sicurezza dei pazienti.
Si è consapevoli delle difficoltà che il sistema sanitario sta affrontando: carichi di lavoro insostenibili in
particolare per il personale infermieristico, carenze di personale a tutti i livelli e difficoltà nel garantire tempi e modalità di assistenza e cura adeguati.
L’esperienza internazionale e gli studi scientifici, tuttavia, dimostrano – inequivocabilmente – che la
qualità dell’assistenza e la riduzione della mortalità è strettamente correlata alla presenza di infermieri
(laureati) e con una solida formazione, e non con la creazione di figure “a bassa preparazione” e “a
basso costo” che li sostituiscano.
Livelli più elevati di personale infermieristico (laureato) sono associati, ad esempio, con la riduzione delle
infezioni, delle lesioni da pressione, del dolore, della disidratazione, dei meccanismi di contenzione e con un miglioramento dell’indipendenza nell’attività quotidiana. Tutte attività tipiche delle aree in cui si vogliono inserire gli assistenti infermieri. Esiste anche una relazione tra livelli più elevati di personale infermieristico nelle case di cura e riduzione dell’invio al pronto soccorso o ricorso alla riospedalizzazione.
Anche sulla base di questi dati, si è convinti che la creazione di una figura professionale “ibrida” con una
formazione accelerata e con capacità apprese necessariamente limitate, non possa rappresentare una soluzione efficace, tra l’altro senza determinarne progettualmente i livelli e lo skill-mix tra il personale.
Introdurre l’assistente infermiere in questa modalità, palesa fin d’ora potenziali contenziosi legali nella
gestione delle attività cliniche, senza risolvere il problema del demansionamento. Allo stesso tempo, senza mutare granché rispetto al precedente OSS.FC, assume una “denominazione” che ingenera confusività, presenta una formazione potenzialmente ambigua e non sufficiente e con i continui rimandi alla responsabilità, alla collaborazione e alla supervisione è fin d’ora evidente il rischio di aumento del contenzioso sanitario ed, in ultima analisi, potrebbe compromettere la fiducia dei cittadini nel sistema sanitario.
Non da ultimo appare possibile con questo testo, una procedura di infrazione UE, rispetto alla violazione della Direttiva 2013/55/UE e varianti, in tema di violazione dei requisiti minimi per la professione infermieristica. Invece di creare una nuova figura professionale, che di fatto è una scorciatoia – tra l’altro che non elimina le disparità regionali e le problematiche connesse al demansionamento – si propone, attraverso una reale analisi dei bisogni dei cittadini e delle strutture sanitarie, di investire in modo deciso e lungimirante sul potenziamento del personale di supporto e su un percorso del personale OSS meglio strutturato e professionalizzante verso l’area assistenziale consci delle lezioni apprese anche durante la pandemia.
Il tutto unito a un chiaro rinnovato riconoscimento contrattuale e a migliori condizioni lavorative, fornendo così un supporto ancora più qualificato agli infermieri e contribuendo a migliorare la qualità dell’assistenza, senza tuttavia inserire i numerosi aspetti di confusività presenti, oltre che di erosione e diluzione della funzione infermieristica.
Contestualmente, è fondamentale dare una visione complessiva della professione infermieristica che al
momento manca. E’ necessario mutare i limiti dell’esercizio professionale degli infermieri, investire –
finanziando – anche nella competenze specialistiche e alle competenze avanzate, con prescrizione, da conseguire attraverso un nuovo percorso di formazione post-base.
Al contempo è necessario incentivare, al fine di attrarre e trattenere, l’iscrizione ai corsi di laurea, con idonei benefit per gli studenti, come avviene in altri Stati, oltre che garantire – a tutti gli infermieri – condizioni di lavoro incentivanti e retributive al meglio adeguate al livello di professionalità ed in linea con i parametri europei.
Siamo convinti che la strada da percorrere sia quella di un sistema sanitario basato su professionalità solide e competenze ben definite. Solo così potremo garantire ai cittadini l’assistenza di alta qualità che meritano.
Vi invitiamo pertanto a riconsiderare ed effettuare una sospensione sulle proposte in esame, con
particolare riferimento all’ istituzione dell’Assistente Infermiere”.