Oggi, 14 Settembre, ricorrono i 30 anni dall’approvazione del Profilo Professionale dell’Infermiere con il Decreto Legge n.739 del 1994 grazie al quale da “mero esecutore” si è trasformato in professione intellettuale (almeno sulla carta, ndr).
La FNOPI “festeggia” i 30 anni in un comunicato stampa, dichiarando: “Il Decreto Ministeriale è stato un tassello che ha consentito, in questi 30 anni, il perfezionamento della formazione accademica con i percorsi triennali, magistrali, dottorati di ricerca, ulteriori percorsi di specializzazione e master, che ha aperto alla formazione specialistica e ad un ruolo di governo di altre figure. Ha definito, quindi, il profilo dell’infermiere oggi conosciuto di professionista a tutto tondo che lavora in équipe multidisciplinare, che continua a formarsi ea fare formazione, che ha il ruolo di governare gli operatori di supporto.
Una pietra miliare importante che ha consentito, in questi decenni, di costruire un percorso importante, sia dal punto di vista formativo che dal punto di vista organizzativo.
Oggi abbiamo infermieri con la laurea magistrale che lavorano posti di rilievo in varie strutture, fino all’apicalità . Un’evoluzione importante dal punto di vista giuridico, disciplinare, professionale.
A trent’anni dalla sua prima emanazione, tuttavia, questo profilo meriterebbe una rivisitazione.
La professione infermieristica ha un campo di attività e di responsabilità che è dato da ciò che acquisisce durante la formazione di base abilitante, durante la formazione specialistica e dal Codice deontologico.
Questi sono i parametri che delimitano che cosa fa, che cosa può fare e di cosa dovrebbe farsi carico.
Probabilmente arriveremo al momento in cui questo profilo, accompagnato da tanti anni di storia e di evoluzione, sarà pronto a lasciare il passo ad una connotazione intellettuale e professionale che è quella dell’autoregolamentazione, come per tutte le altre professioni intellettuali”.Â