L’APSS risponde all’infermiere licenziatosi dal pubblico impiego e che ha deciso di condividere le motivazioni dietro a queste sue dimissioni.
Nella nota rilasciata dal Direttore e pubblicata dal quotidiano “il Dolomiti”, l’Azienda si difende, affermando che le critiche ricevute sono ingenerose e che il personale non viene assolutamente considerato come un semplice numero.
Per la crescita professionale, infatti, solo nell’ultimo anno sono state aperte oltre 70 posizioni specialistiche che, oltre ad un netto incremento di stipendio (si parla di circa 2600 euro, ndr), vanno a garantire anche una crescita professionale adeguata al profilo infermieristico. Per la formazione l’Azienda ha speso oltre 2 milioni di euro nel solo 2024 sia per la formazione interna sia per le attività formative esterne di carattere avanzato.
Per quanto riguarda invece le dimissioni l’Azienda ha spiegato che “è stato investito molto sui colloqui con il personale dimissionario ricercando, nell’ottica del trattenimento, soluzioni alternative più vicine alle aspettative espresse dalle persone, nei limiti delle disponibilità e dei vincoli normativi”. Il numero di dimissioni volontarie sarebbe stabile: 26 nel 2023 e 24 nel 2024 a fronte di un aumento delle assunzioni e di un importante investimento relativo agli stipendi.
APSS fa sapere che lo stipendio netto mensile medio è di circa 2000 euro che, a partire dal prossimo mese grazie ad un nuovo accordo, dovrebbe assestarsi sui 2140 euro netti, una bella differenza rispetto a quanto dichiarato dall’infermiere nella lettera.