In un momento storico abbastanza complicato per le professioni sanitarie italiane, in particolare per l’infermieristica, le Istituzioni gridano alla difficoltà ma poi, nel concreto, non mettono in atto misure atte a contrastare la fuga verso l’estero e la poca attrattività della professione.
E’ il segretario nazionale del Nursind, Andrea Bottega, in una nota, a proclamare lo stato di agitazione e il conseguente sciopero degli infermieri stessi dopo che il Governo italiano nella Manovra non ha previsto alcun intervento importante. “Il governo tergiversa e continua a prendere tempo. Proprio quel tempo che la sanità non ha per sopravvivere. In particolare, sono proprio gli infermieri ad avere letteralmente le ore contate, senza una iniezione di risorse dedicate a valorizzarne le competenze e ad aumentare in modo significativo la loro indennità di specificità .
Sono queste le nostre principali richieste. Ricordo inoltre che da prima dell’estate siamo in stato d’agitazione e che quindi lo sciopero della categoria è tutt’altro che scongiurato. Anzi, sono imminenti azioni di protesta che daranno il la al nostro autunno caldo.
Dopo il gioco delle parti cui abbiamo già assistito tra il guardiano dei conti Giorgetti, che tiene stretti i cordoni della borsa, e il ministro della Salute Schillaci, che anticipa a mezzo stampa impegni per la sanità nella prossima manovra, adesso si è deciso di aspettare i dati Istat per definire il Piano strutturale di bilancio che domani dovrebbe arrivare in Cdm solo in una bozza approssimativa.
Per carità è una decisione che ha una sua ratio, ma di fronte a un Ssn malato e bisognoso di cure il governo dovrebbe compattamente aver già deciso di investire più soldi per salvarlo. Ed è proprio perché non si vedono all’orizzonte svolte per la sanità , e in primis per gli infermieri, che la categoria è sempre più determinata ad andare avanti e a far sentire la sua voce.
Se è vero, infatti, che a parole tutti riconoscono la grave crisi che stanno vivendo gli infermieri, una professione ormai in estinzione come conferma il flop registrato ai test d’ingresso alla facoltà di Infermieristica, poi però nessuno è conseguente. Ma davvero si vuole continuare a scherzare col fuoco? Ma davvero si vogliono vedere interi reparti e ospedali chiusi per mancanza di personale prima di correre ai ripari?
Bisogna intervenire subito e prevedere in manovra risorse congrue per aumentare l’indennità di specificità degli infermieri – non il pannicello caldo della defiscalizzazione al 15% che ci porterebbe in dote appena 14 euro netti al mese – e valorizzare le loro competenze: non c’è altra strada per contrastare la crescente disaffezione degli operatori già in servizio e dei giovani che dovrebbero avvicinarsi alla professione”