Aggressioni: le proposte dei sindacati al Ministro Schillaci

Si è tenuto ieri, 19 Settembre, l’incontro tra i sindacati di categoria infermieristica e il Ministro della Salute, Orazio Schillaci, in relazione all’emergenza aggressioni in sanità.

L’incontro è stato promosso dallo stesso Schillaci per raccogliere le proposte delle varie sigle sindacali. Nel comunicato stampa rilasciato da Nursing Up si legge: “È evidente che il problema di cui tutti quanti stiamo trattando, cioè quello della violenza, rappresenta, ad oggi, un allarmante disagio, che esplode nelle aziende e negli enti del Servizio Sanitario Nazionale, in assenza di idonee politiche di prevenzione, e lo fa in maniera differente, a seconda  che si parli di ospedale o di territorio. 

Certo è che, in termini percentuali, la maggior parte degli accadimenti registrati negli ultimi anni, in particolare tra 2023 e 2024, si sono verificati in ospedale, soprattutto in setting come il pronto soccorso, e poi di qui a scalare nelle altre situazioni organizzative del servizio sanitario. 

E tra gli operatori che subiscono questo odioso fenomeno, è noto che al primo posto ci sono gli infermieri, poi ci sono i medici e, a seguire, le altre professioni sanitarie. È necessario, per come la vediamo noi, lo diciamo ormai da tempo, un provvedimento organico.

Tutti gli aspetti che sono stati declinati dal Ministro e che sono ben noti alla pubblica opinione, come l’arresto in flagranza di reato, tale anche se differito nelle 24 ore e che attengono alla parte repressiva, sono condivisibili, perché non si può più tollerare che fenomeni di questo tipo possano perpetrarsi senza il doveroso impatto in termini di conseguenze giudiziarie per chi commette reati di questo tipo.

Ciò che per noi, invece, non ha avuto ancora l’attenzione che merita. è l’esigenza di implementare un coerente sistema preventivo, da attuare, in primis, con la presenza di presidi di Polizia, negli ospedali, beninteso operativi 24 ore su 24.

Sottolineo 24 su ore 24 perché è stato documentato che la maggior parte delle aggressioni avviene in orario notturno. E’ vero che i posti di polizia sono aumentati, ma evidentemente, a giudicare da quello che accade, non sono ancora sufficienti.

Seconda cosa, bisogna rimuovere il vincolo assunzionale per i professionisti sanitari, perché è la carenza di personale che aumenta i disagi della cittadinanza e quindi il rischio di aggressioni.

Bisogna, poi, agire, anche attraverso il supporto della comunicazione mediatica, realizzando un flusso costante e capillare di informazioni verso i cittadini, per far capire che, medici e infermieri, sono sì agenti della pubblica amministrazione sanitaria, ma sono soprattutto dalla parte dei pazienti e dei soggetti più fragili, e che sono lì per prendersi cura di loro, e quindi non sono da considerare nemici. 

Potrebbero avere una certa utilità i corsi di autodifesa ed addestramento del personale sanitario,  a carico delle aziende sanitarie. 

Allo stesso modo proponiamo  l’estensione della qualifica di pubblico ufficiale anche ai professionisti sanitari ex legge n 43/2006 .

E da ultimo, ma non certo per importanza, Nursing Up ha chiesto al Ministro la previsione di speciali indennizzi risarcitori e percorsi di recupero, per gli operatori sanitari vittime di aggressioni, partendo dall’evidenza che quando un operatore subisce violenza, nell’esercizio di funzioni che esercita a nome e per conto della Pubblica Amministrazione, gli incidenti che impattano sulla sua salute psico fisica, con esiti direttamente correlati ad accadimenti caratterizzati da violenza ed aggressioni, devono essere giuridicamente soggetti a norme speciali, e quindi inquadrati, trattati e ristorati come già accade per le malattie per causa di servizio”.