La Federazione Europea degli Infermieri ha chiesto a gran voce, così come la maggior parte dei sindacati di categoria, di sospendere l’iter di approvazione dell’assistente infermiere, bloccandone la nascita.
La notizia giunge dopo giorni di discussione sulla necessità dell’assistente infermiere, una figura che dovrebbe garantire importante supporto agli infermieri stessi, cercando di acuirne la carenza. Il Nursing Up, in un comunicato stampa, ha così commentato: “Le paradossali e a dir poco incomprensibili decisioni in corso, da parte della politica sanitaria italiana, stanno fomentando, in queste ore, un concreto allarmismo da parte della collettività infermieristica europea, che non nasconde una forte preoccupazione per le decisioni in itinere.
Con un comunicato stampa mai così diretto e perentorio, che non lascia adito a dubbio alcuno, la Federazione Europea degli Infermieri ha espresso, senza mezzi termini, perplessità e timori nei confronti della figura dell’Assistente Infermiere, dimostrando di sostenere a pieno il fondato sentimento di apprensione manifestato, senza mezzi termini, dal Nursing Up, ma anche da altre organizzazioni sindacali, sin da quando, oltre un anno fa, fu introdotta la proposta di una “nuova figura di interesse sanitario” e noi stessi fummo chiamati a confronto con i tecnici della Regione per esporre il nostro parere.
Nel prendere atto, più che mai in questo momento storico, che vede 175mila infermieri mancare all’appello, e i giovani che non intraprendono più i nostri percorsi di formazione universitaria, è evidente il perché la collettività professionale Europea si schiera con noi, ma anche con la Consociazione CNAI, che ha espresso i medesimi nostri timori, di fronte ai paventati rischi di una pericolosa involuzione della qualità dell’assistenza destinata ai cittadini.
Ribadiamo pertanto, non avendo mai avuto un atteggiamento ostativo nei confronti dell’inserimento di nuove figure operative, nel nome di una sana evoluzione del nostro SSN, che ciò possa avvenire solo a condizione e limite, che venga data priorità ad un doveroso e concreto impulso alle professioni sanitarie, nel nome di un indispensabile equilibrio dei modelli organizzativi, cosa di cui le aziende sanitarie hanno bisogno come il pane, guardando “prima di tutto” alla valorizzazione, di ruolo, economica ed organizzativa, degli infermieri, delle ostetriche e degli altri professionisti ex legge 43/2006, leve che rappresentano la conditio sine qua non per la ripresa della crescita di queste professioni, numericamente in fase di pericoloso decremento, per implementarne l’appeal verso i giovani e, conseguentemente, per raggiungere quei requisiti minimi, necessari, per l’ottimale tutela della salute della nostra collettività”.