Laurea Infermieristica: i numeri del tracollo raccolti da Nursind, Regione per Regione

Un vero e proprio tracollo quello che si sta verificando da 2 anni a questa parte per la professione infermieristica.

Un calo di iscritti al Corso di laurea che si è mantenuto stabile su un -10% rispetto ai posti messi a bando e che rispecchia la difficile situazione che viviamo in Italia nel rendere l’infermiere un lavoro attrattivo.

Una recente indagine del Nursind ha analizzato il calo Regione per Regione. In un comunicato stampa riportato dal quotidiano Nursind Sanità si legge: “Lo stesso Meridione, che ha sempre avuto un bacino più generoso di aspiranti infermieri, oggi mantiene sì un rapporto di 1,6 tra domande e posti contro lo 0,8 del Nord e del Centro, ma vede diminuire le candidature addirittura del 9,1% (-7,6% al Nord e -6,8% al Centro) sul 2023.

Fa impressione vedere ad esempio il crollo annuo di oltre il 17% nelle Marche e di oltre il 16% in Campania. In termini percentuali fanno peggio solo Molise (-24%) e Umbria (-23,4%), ma su numeri assoluti ovviamente molto più ridotti.

Sempre in cifre assolute, invece, la Campania vede scomparire addirittura 388 domande rispetto all’anno scorso, la Lombardia 196, la Puglia 187, il Lazio 177. Unica regione in controtendenza, ma sembra una beffa, è la Liguria che guadagna una singola candidatura (da 444 a 445). Persino una regione virtuosa come il Veneto vede un calo di quasi il 7% con 106 domande in meno. È chiaro che nel contesto di una desertificazione del genere tende a ridimensionarsi pure la buona notizia del leggero aumento dei posti: 377 in più rispetto all’anno passato”.

Andrea Bottega, segretario nazionale Nursind, ha affermato in merito: “Da una parte ci sono rischi enormi per la tenuta del sistema, in particolare in Nord Italia, dove il rapporto tra domande e posti non arriva nemmeno a 1. Anche considerando che poi alla laurea giunge soltanto il 70-75% degli iscritti.

Dall’altra parte, con questi numeri, non c’è vera selezione in ingresso e nemmeno al momento dell’assunzione. Quindi, in definitiva, rischiamo di avere problemi sulla qualità degli infermieri e dell’assistenza che verrà erogata a tutti i cittadini”.