La carenza di infermieri sempre attuale fa riflettere.
L’OPI Varese, tramite il presidente Aurelio Filippini, ha invitato la Regione Lombardia a valorizzare gli infermieri che quotidianamente sono attivi per garantire l’assistenza sanitaria in tutti i contesti, chiedendo che gli stessi siano valorizzati e vengano investite delle risorse importanti per evitare che scappino nella vicina Svizzera.
Eppure non è la prima volta che Filippini cerca di sensibilizzare la questione “crisi infermieristica”. Nei mesi scorsi si era sfogato sul proprio profilo Facebook, chiedendo aiuto alle Istituzioni ma, allora, non era stato ascoltato per nulla.
Ci riprova, affidandosi al quotidiano online Varese News, dichiarando: “Come già in diverse altre occasioni denunciato, l’ormai riconosciuta carenza di personale infermieristico sta mettendo a dura prova la tenuta del sistema socio sanitario, è necessario ed urgente porre in atto azioni concrete per arginare il fenomeno.
Nelle attuali condizioni gli infermieri, e non solo, stanno garantendo la tenuta del sistema salute, lo facciamo perché crediamo nella nostra professione e nel sistema sanitario nazionale e regionale, e perché in quel letto, in quell’ambulanza, in quella casa, in quell’ambulatorio, in quella sala operatoria c’è qualcuno che ha bisogno della nostra professionalità.
La promozione, da parte della Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province Autonome di Trento e Bolzano, della figura denominata assistente infermiere ha il dichiarato scopo di “…rispondere in maniera differenziata ai crescenti bisogni di salute della popolazione…” e si precisa inoltre che “…questa figura svolge le proprie attività secondo le indicazioni dell’infermiere”.
Se questa soluzione è stata ipotizzata per garantire assistenza in un momento di carenza di personale e quindi continuare e rispondere ai bisogni di salute, bisogna anche dire che richiederà agli infermieri un ulteriore impegno sia per la relativa formazione, obbligatoriamente effettuata da parte nostra, che per la riorganizzazione di percorsi e processi assistenziali di cui siamo i garanti. Tutto questo ad iso risorse non è accettabile.
Ricordo che le zone di confine come la nostra subiscono l’attrattività della vicina Svizzera che quotidianamente assume i nostri professionisti, ricordo che la famosa indennità di confine prevista nella legge di bilancio non vede alcuna evidenza attuativa, ricordo che la richiesta di de-tassazione non ha visto alcun impegno preso.
Per rendere la nostra indispensabile professione attrattiva per i giovani dobbiamo innanzitutto farla tornare attrattiva per chi già la esercita sul nostro territorio, diversamente non saremo in grado di sostenere il sistema socio sanitario ancora per molto e quindi di garantire la salute ai cittadini. Vi chiediamo di investire sui vostri professionisti perché le risposte ai bisogni sanitari delle persone passano attraverso le nostre mani.
Come sempre a disposizione per confronto e elaborare strategie”.